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Maestro dove abiti? Venite e vedrete

Buon giorno ai mie cari amici e alle mie care amiche di F.S.R.

In questo video mi rivolgo ancora ai giovani e in particolare a dei giovani con i quali ho avuto modo di scambiare delle opinioni perché sono interessati al mio pensiero.

C’è sempre un inizio quando Gesù entra nella nostra vita, soprattutto quando vuole farci una proposta di collaborazione e di amicizia, con Lui, molto particolare e il mio parere è che questo ragazzo, Gesù, lo sta chiamando ad una scelta di vita più radicale, sicuramene, più impegnativa di quella che ha vissuto fino ad ora.

Con questo non intendo, che quando si riceve una “chiamata” da Gesù, tutto quello che abbiamo fatto fino a quel momento non è stato buono o non andava bene, Gesù vuole solo che ci fermiamo un po’ – per cercare di capire – come possiamo realizzare alla meglio questa nostra vita.

Può darsi che Gesù ti stia dicendo: fermati un attimo! Prendi tempo,

non fare per il momento un’altra scelta, perché può darsi che quello che vuole darti Lui sorpassa di gran lunga le tue aspettative, che sono solo umane, perché Gesù vuole trasformarti anche nel tuo modo di “pensare” e di “essere” nel mondo perché vuole renderti sempre più somigliante a Lui.

Lascio da leggere e meditare questo brano del vangelo: (Gv. 1,29-36)

“Il giorno dopo Giovanni stava ancora la con due dei suoi discepoli e fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l’Agnello di Dio!”

E i due discepoli, sentendolo parlare così seguirono Gesù.”

Gesù entra nel nostro tempo: (il giorno dopo) Gesù entra nella nostra storia, (passava di lì). C’è un prima e un dopo, Giovanni Battista era il loro maestro, ma (stava fermo, significa che aveva esaurito la sua missione) infatti i suoi discepoli quando hanno visto Gesù hanno seguito Lui.

Nella nostra vita c’è sempre un prima, dell’incontro con Gesù, c’è il momento dell’incontro, c’è un dopo che comincia con l’incontro con Gesù.

Gesù è il dopo rispetto a Giovanni, perché Giovanni è stato colui che ha preparato la strada a Gesù, però Gesù era prima di Giovanni perché Gesù è il Figlio di Dio co-eterno con il Padre.

Giovanni Battista è stato l’ultimo profeta del vecchio testamento che ha fatto da spartiacque, con Gesù si entra in una “storia nuova” perché Gesù è la “Buona Novella di Dio

* * *

Gesù è l’Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo, perché con la sua morte si addosserà Lui, nella sua carne, sulla croce, tutti i nostri peccati, i peccati di tutta l’umanità, a cominciare da Adamo fino all’ultimo uomo che esisterà sulla terra.

Con Gesù il Padre stabilisce con il suo popolo una nuova alleanza, non più però incisa su due tavole di pietra, ma incisa nei nostri cuori con il sangue del Figlio.

Con la Sua Risurrezione, poi Gesù, dopo essere disceso negli inferi, per liberare tutti coloro che erano prigionieri della morte ci ha aperto la porta del Paradiso che era ancora chiusa a causa del peccato originale dei nostri progenitori.

Possiamo dire che c’è un “prima e un dopo” anche per il Padre, perché da questo momento non ci guarda più con gli occhi della Giustizia e dell’Ira ma comincia a guardarci con gli occhi della Misericordia che è scaturita dalle piaghe del Figlio Agnello immolato e senza macchia.

* * *

“Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “cosa cercate?”

Facciamo attenzione a questa espressione:

Gesù non ha detto chi cercate? Ma cosa cercate?

Gli risposero: “Maestro, dove abiti? Venite e vedrete. Andarono dunque e videro dunque dove abitava e quel giorno si fermarono presso di Lui;

erano circa le quattro del pomeriggio

Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro

1 Riflessione:

i discepoli seguono Gesù invitati dalle parole del loro” vecchio maestro” hanno capito che in Gesù c’era qualcosa di nuovo, “una novità di vita” ma ancora non capivano chi fosse Gesù, neanche capivano chi o cosa essi cercavano realmente.

È Gesù che prende la parola: nel senso che ha visto che lo seguivano e pertanto ha chiesto: cosa volete? Gesù ha risposto: venite, e gli ha invitati, nel senso che ha soddisfatto la loro aspettativa, anche di curiosità.

Questa è la “ricerca”, nel senso che si “cerca” fino a quando si trova quello che soddisfa la nostra aspettativa.

Infatti Gesù risponde, cosa volete, nel senso di “cosa cercate?”, “cosa vi manca?”. Questa è l’espressione che a me più piace di più. Perché poi strada facendo capirete, che solo in Gesù noi possiamo trovare la pienezza della vita ossia ciò che ci manca per avere la gioia piena.

Quando ci accorgiamo che qualcunoci segue” è normale voltarsi e chiedere a questa persona: “Hai bisogno qualcosa? Cerchi qualcosa? Cosa posso fare per te? Sei nel bisogno?

Nel senso che non rivolgiamo l’attenzione di questa persona su di noi perché non la conosciamo.

Gesù entra nella nostra vita al momento giusto e quando più abbiamo bisogno di Lui, quando ci accorgiamo che ci manca qualcosa arriva Lui a riempire il vuoto lasciato magari da una ragazza, dalla perdita di una persona cara, dalla droga, in seguito a una malattia, perché ci hanno detto che non dobbiamo più fumare, . . .e così per tante altre circostanze nelle quali ci possiamo trovare. Ecco arriva Lui perché vuole riempire Lui questo nostro vuoto

I discepoli andarono-videro-si fermarono

2 Riflessione:

Gesù chiama sempre a due a due, (e così, mi rivolgo anche ad un altro ragazzo), ma mentre nel mio caso di fondatrice il Padre comincia la Sua opera con una sola persona: (la capostipite, cioè colei che è destinata a generare), ordinariamente, Gesù alla sequela, chiama a due a due perché la chiamata non è mai ad una vita solitaria ma è condivisione è relazione.

3 Riflessione:

Questo momento è stato talmente importante per questi due ragazzi che hanno indicato anche l’orario, nel senso, che quell’ora, ha segnato un cambiamento radicale nella storia della loro vita.

Quando Gesù ci invita a casa sua e noi rispondiamo con il nostro si, non è detto, che da quel momento dobbiamo fare chissà quali grandi cose, Gesù ci chiede solo di stare un po’ con Lui, ci chiede di perdere un po’ del nostro tempo per ascoltarlo.

Seguire Gesù più da vicino significa innanzitutto farlo regnare nel nostro cuore.

* * *

(Gv. 3,6-7)

“Quello che è nato dalla carne è carne, e quello che è nato dallo spirito è spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: Dovete rinascere dall’alto.”

Cosa significa? Faccio un esempio pratico: quando un ragazzo e una ragazza convivono, la loro unione è secondo la carne, quando invece si uniscono in matrimonio santificano la loro unione.

Lo Spirito Santo attraverso questo Sacramento scende su di loro, e da quel momento ricevono tutte le grazie necessarie al loro cammino di coppia e così anche il loro atto sessuale si eleva oltre quello che è proprio degli animali.

Questa è la Rinascita:

dobbiamo lasciare l’abito vecchio e dobbiamo indossare l’abito nuovo

(Gv. 3,9)

“Il vento soffia dove vuole, e tu ne odi il rumore, ma non sai da dove viene e non sai dove va. Così è di chiunque è nato dallo Spirito

Lo Spirito Santo è la Grazia che scende su di noi, inaspettatamente. Noi non conosciamo il momento nel quale siamo toccati dalla Grazia, ma sicuramente essa è come un lampo che ci fulmina nel nostro cammino e poi gradatamente, se noi abbiamo una disponibilità ad accoglierla, comincia a lavorare in noi e predispone il nostro cuore a ricevere doni sempre più grandi. E pertanto è gioia e felicità che sono

i doni dello Spirito Santo.

E’ un mistero, nel senso che Dio accorda la Sua Grazia in abbondanza, ma secondo la Sua volontà e a chi vuole lui, senza distinzione, secondo i suoi imperscrutabili disegni e anche in risposta nostra generosità.

Pertanto c’è una chiamata, che è sempre iniziativa del Padre, a seguire Gesù più da vicino, e c’è la nostra risposta, che può essere (o no); da ciò dipende l’iniziativa successiva del Padre.

È come il seme gettato in un campo, se il terreno è irrigato, concimato e ben disposto a ricevere il seme, la messe sarà abbondante al contrario sarà scarsa.

Il seme è la grazia e il campo è il nostro cuore.

C’è sempre un gioco di chiamata e di risposta reciproche, è un invito continuo a lasciare l’abito vecchio per indossare l’abito nuovo dei Figli di Dio.

Questa è la differenza fra l’uomo vecchio e l’uomo nuovo, fra Adamo e il nuovo Adamo: Gesù

Pertanto e concludo: Gesù che sta passando nella vostra vita vi sta invitando a fermarvi, vi sta invitando a casa sua, vi sta invitando ad una maggiore intimità con Lui.

Fissate bene questo istante nella vostra mente e poi: rimanete con Lui.

(Apocalisse 3,20)

“Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con Lui ed egli con me.”

Gesù ci invita ad aprire la porta del nostro cuore, ci invita a lasciare la mediocrità della nostra vita contemporaneamente ci fa un “atto di carità”, la chiamata a seguirlo è un atto di carità che ci sta facendo.

Gesù non vuole entrare nella nostra vita per sconvolgerla ma per arricchirla, non dobbiamo immaginare che rispondere ad un invito di Gesù, a seguirlo più da vicino, sia un atto eroico che facciamo, non è un sacrificio e neanche una rinuncia a qualcos’altro. Gesù sa meglio di noi cosa va bene per noi, sa ciò di cui siamo mancanti e di cui abbiamo bisogno per essere nella pienezza di gioia.

Lui sa meglio di noi come realizzare la nostra vita.

* * *

Questo ragazzo mi ha inoltre detto “Lei, Maria Cristina, in quello che sta facendo è mossa da una grande “passione” e io ho risposto “no”, è la “vocazione” che mi “so-spinge” a fare tutto quello che sto facendo.

In quanto ho capito che questo ragazzo “non ha capito” voglio spiegare la differenza che c’è fra il fare le cose per passione o per vocazione.

Quando noi facciamo qualcosa, per passione, rimaniamo in un ambito solamente umano, nel senso che ciò che noi ricerchiamo, nel fare una cosa, è un soddisfacimento personale. Esempio: “Mi piace scrivere”, “mi piace la fotografia”, in ciò cerco una gratificazione mia interiore che può anche essere il consenso, attraverso l’uso di questo mio talento, che ho naturalmente in me.

In entrambi i casi sono cosa buone e belle, ma rimangono nell’ambito del sensibile.

Fare una cosa per “vocazione”, invece, significa, come ho detto, mettere a disposizione i talenti, che abbiamo naturalmente in noi sin dalla nascita, a disposizione del regno. Significa che quando scrivo sicuramente mi piace farlo, ma significa innanzitutto che quello che faccio è per Dio. Nel senso che resterò sempre una scrittrice ma per il regno, tu resterai sempre fotografo, ma per il regno.

Scrivo perché mi piace e perché riesco ma lo faccio per servizio, senza “nulla rifiutare” a Lui e senza “nulla chiedere” in cambio.

Gratuitamente avere ricevuto, gratuitamente date.

È anche vero che Gesù fa leva sulle nostre doti naturali, e pertanto a me chiede una cosa e a te ne chiede un’altra e così realizziamo, anche, ciò che “noi siamo” per natura.

Quando, ad esempio, un ragazzo o una ragazza, nell’adempimento del loro servizio, hanno un’”attenzione” particolare nei miei riguardi, è perché hanno capito, che questo “qualcosa in più” d’impegno, che ci mettono nello svolgere il loro servizio, non è rivolto a me come persona, ma è per il Regno.

Stanno capendo che non lo fanno per me ma lo fanno per Dio.

Questo è il primo passo, questo è già essere alla sequela, perché anch’io ho cominciato anch’io così.

È perché nella vostra mente voi dite “guarda” Maria Cristina che impegno che ci mette in quello che fa, ci mette il cuore, perché ci crede, e così per imitazione lo fate anche voi.

A volte Gesù chiama anche nelle nostre periferie, nelle nostre zone d’ombra, nel momento in cui abbiamo più bisogno di Lui. Questo è il momento per cominciare a guardarci allo specchio, faccia a faccia con noi stessi e per cominciare a farci le solite domande:

Chi sono? Da dove vengo? Dove sto andando? Cosa mi manca? Cosa sto cercando?

Gesù cosa vuoi da me? Cosa posso fare per assomigliarti di più

* * *

Mi riallaccio a questo concetto perchè vorrei fare una riflessione, sull’Immagine di Dio”, che c’è in noi tratta dal De Trinitate di Sant’Agostino.

Agostino parte dal fatto che se poniamo troppo la nostra attenzione sulle “cose sensibile” siamo distratti dal pensare a Dio dal cercarlo, trovarlo e “riconoscerlo” dentro di noi.

Agostino ha fatto un percorso interiore che l’ha portato a trovare dentro di sé ciò che cercava fuori di sé, nelle creature, “prima della sua conversione”; perché cercava in esse ciò di cui mancava.

Attraverso un lavorio interiore di ricerca di sé ha capito che noi siamo stati creati ad immagine e somiglianza di Dio e che questa “immagine di Dio” è impressa in noi sin dalla nostra nascita e che più ci stacchiamo dalle cose sensibili più riusciamo a coglierla, a vederla sempre meglio, e ad uniformarci ad essa.                       “Il distacco

Noi tutti sappiamo che siamo creati a “immagine e somiglianza di Dio”, ma un conto è saperlo perché l’abbiamo studiato, un conto e capirlo perché abbiamo “fatto esperienza.”

L’immagine di Dio nell’uomo sta dunque nella capacità che l’uomo ha di “ricordarsi” del suo Creatore e di porsi con Lui in una relazione di contemplazione amorosa. Questo cammino non l’ha fatto solo Agostino ma è il cammino di tutti gli innamorati di Dio.

In conclusione Gesù, da noi, vuole che ci innamoriamo di Lui ed è gelosissimo dei suoi consacrati.

Agostino prosegue e dice che noi abbiamo questa capacità (di scorgere l’immagine di Dio dentro di noi) perché abbiamo una mente costituita da due triadi mentali che sono:

(mente-conoscenza amore)       e         (memoria-intelligenza-volontà).

esse ci permettono di scorgere, anche se a livello umano e imperfetto, qualcosa della Trinità: in quanto la mente attraverso i suoi “atti” riproduce: colui che genera (il Padre), chi è generato, (il Figlio) l’amore (lo Spirito Santo) che procede da entrambi:             ovvero

attraverso questa generazione e questa processione dei “suoi atti” la mente riproduce la generazione e la processione della Santissima Trinità.

Grazie a questa mente l’uomo può diventare “partecipe” di Dio, può entrare in comunione con Lui, può essere “con” Lui. (cum deo esse).

L’immagine di Dio, (l’himago dei) che abbiamo in noi sin dalla nascita ed è (indelebile,) e a causa del peccato può essere offuscata, ma pur quanto sfigurata resta incancellabile nella nostra mente In questo caso attraverso un cammino di ascesi e di purificazione ritorniamo ad essere partecipi di questa immagine che non può mai essere perduta in noi ma addirittura può essere perfezionata attraverso (l’esercizio)

Agostino dice infatti che l’immagine di Dio resa deforme dalla conformità alla mentalità di questo mondo, viene riformata da Dio stesso che l’ha formata.

Questo processo, che inizia con la conversione e il battesimo, assomiglia ad una guarigione da una malattia e si attua gradualmente, giorno dopo giorno, giungendo a compimento nella gloria della risurrezione e nella visione finale di Dio. Quando lo vedremo così come Egli è, perché lo vedremo “faccia a faccia” con il nostro intelletto.    

Perché Dio è pensiero di pensiero

Questo cammino noi lo facciamo, però, solo se siamo sorretti dalla fede in Cristo. Gesù allora diventerà il nostro Maestro interiore.

Gesù infatti è l’unico vero mediatore tra Dio e gli uomini e la fede in Lui è necessaria per purificare la mente e renderla idonea alla visione di Dio.

* * *

La guarigione è la conseguenza del pentimento e del perdono:

non ci può essere guarigione se non c’è pentimento o perdono.se non abbiamo una seria contrizione dei (nostri peccati) e se non riusciamo a perdonare (i torti) che subiamo, anche se questo ci costa sangue, non otterremo mai la “guarigione del cuore”.

Per guarigione, non intendo solo la guarigione dalle cicatrici provocate dai nostri peccati, o dai torti subiti dagli altri ma intendo la guarigione dalla ferita, che tutti portiamo dentro di noi, che è quella di “non sentirci amati”, e che è la conseguenza del peccato originale.

Noi non ci sentiamo amati proprio perché i nostri progenitori non hanno saputo loro stessi amare Dio (i nostri progenitori hanno visto Dio come un usurpatore della loro libertà, in realtà l’usurpatore è stato Lucifero) e facendo così si sono autoesclusi dal Paradiso. Per questo spesso diamo la colpa a Dio e diciamo è Dio che non mi vuole bene . . . .è colpa di Dio, e invece siamo noi che lo allontaniamo dalla nostra vita con il nostro disamore nei suoi confronti.

Il peccato originale è anche la causa della nostra ignoranza e della nostra cecità. Pertanto noi apprendiamo ogni cosa con fatica e solo a mano a mano che il nostro occhioritorna limpido”, o rimane limpido sin dall’inizio, noi riusciamo ad avere una profonda conoscenza del mistero della vita, in quanto il” cerchio” si chiude e ritorniamo allo stato di “innocenza” che abbiamo acquisito con il battesimo. Per occhio intendo l’occhio dell’intelletto, in quanto Dio è “pensiero di pensiero”, perché Diopensa sé stesso

Il “perdono” è ciò che ci fa sempre più “uguali” a Gesù, il quale sulla “croce” ha perdonato: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno.”

Stefano: non imputare loro questo peccato”

Beata Suor Maria Laura Mainetti patrona di F:S.R: che in ginocchio sfinita dai colpi ricevuti ha perdonato le sue carnefici.

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Sarebbe mia intenzione, per dare a questi ragazzi e a queste ragazze una formazione religiosa solida di base, invitare un sacerdote della FSSPX, in qualità di cappellano di F.S.R. e direttore spirituale, nella speranza, che possa sorgere anche nel “comasco”, un “gruppo giovani” e un “seminario” dove i miei figli possono ricevere una formazione autentica nella tradizione.

Nell’articolo seguente parlerò della scuola e dell’educazione ed è mia intenzione approfondire con voi la conoscenza della Fraternità San Pio X.

Lascio per questo un video dove comincio a presentare la Fraternità Sacerdotale San Pio X attraverso un’intervista ad un suo sacerdote. Un passo alla volta . . .

1) FSSPX Priorato San Marco – Intervista al nuovo Priore don Pierpaolo Petrucci

Lascio anche un video del bravissimo Fra Pietro nel quale spiega bene l’effetto della Grazia se la sappiamo accogliere e se la lasciamo vivere in noi.

2) Tempi di Maria 2 – Due terzi della popolazione vive sotto il segno della bestia

 

Grandate, 6 ottobre 2024