Richiesta di Risarcimento
Illustrissima Sua Eminenza,
sto facendo una cosa che non avrei mai voluto, ma che, è la giusta conseguenza del Suo comportamento scorretto – nell’esprimere giudizi su di me dal pulpito dal quale ha parlato nell’anno 2022 e che non trovano fondatezza nella realtà della mia vita e in ciò, che nel corso degli anni 2020/2021/2022/2023, ho scritto in forma privata a mons. Ivan Salvadori.
Conseguenza delle guarigioni che ho avuto, grazie alle quali non sono più vulnerabile, trovo solo ora la forza per difendermi dalle blasfemie che Lei e don Roberto Pandolfi parroco di Grandate avete espresso nei miei confronti
Ho pensato così opportuno cercare di trovare un dialogo con Lei via etere
In quanto fino ad oggi non ho mai ricevuto una risposta – personale e formale – a me in quanto – diretta interessata ho visto nel Vostro comportamento un – abuso di potere – in questo vostro parlare dai pulpiti – con l’unico scopo di manovrare – vergognosamente – vostri interessi – a mia insaputa
A causa del disgusto provocato dal Vostro comportamento non sono più praticante.
* * *
Gli abusi di potere sono iniziati in parrocchia San Bartolomeo prima del decesso di don Roberto Malgesini: manoscritti consegnati a don Roberto Pandolfi e mai restituiti, che già contenevano descrizioni di manifestazioni mistiche e guarigioni, che stavo iniziando ad avere e nei quali in embrione era già contenuto il carisma di F.S.R. e il motivo per cui lo Spirito Santo voleva la sua costituzione.
In quel momento non avevo la capacità di capire l’importanza e la sublimità del contenuto dei miei scritti. In quanto si trattava di manoscritti firmati da me l’ho fatto presente a mons. Ivan Salvadori dicendo a Lui di farseli restituire
In parrocchia mi è stata negata anche la comunione durante la celebrazione eucaristica e sono stata svergognata davanti all’assemblea riunita per la santa messa del giovedì santo 2021.
In qualsiasi caso c’è stato un abuso di potere anche nell’uso scorretto del sacramento della confessione in quanto ho le prove che quanto da me detto o scritto, in riservatezza a mons. Ivan Salvadori, veniva comunicato a laici e laiche appartenenti al gruppo parrocchiale. Non so se questo si è verificato anche in Cattedrale.
In questi anni non ho mai ricevuto nessuna comunicazione da parte della Diocesi:
come mai le persone sanno tutto di me – tranne me? E’ perché avete divulgato il contenuto di quanto da me scritto e trasmesso a mons. Ivan Salvadori, o detto in confessionale – in mia buona fede – ma occultandone la verità.
Fondazione San Rocco, come ho scritto nella mia del 26 settembre 2023 è il frutto del percorso di direzione spirituale – iniziato e concluso-si – con mons. Iva Salvadori
Mons. Ivan Salvadori, il quale mi ha dato fiducia sin dall’inizio, mi ha sempre difesa, ora – sono in grado di farlo da sola – e in quanto il percorso intrapreso con Lui è andato a buon fine stiamo iniziando a raccogliere frutti.
Per questo motivo ho solo da ringraziar-Lo
Mons. Ivan Salvadori è un bravo sacerdote, intelligente e all’altezza, con il quale sto continuando ad avere contatti epistolari in quanto solo a Lui riesco ad aprire la mia anima. Infatti mi piace scrivere a Lui di filosofia-teologia-scienza e di tutto ciò che riguarda l’evoluzione della mia persona.
A Lui chiedo anche preghiere.
Nel caso mons. Ivan Salvadori è ancora d’accordo a mantenersi in contatto con me sono molto contenta al contrario me lo comunicherà personalmente.
In quanto il contenuto di quanto da me scritto è in qualsiasi momento consultabile e verificabile in questa mia difesa non voglio entrare nei dettagli in quanto sono dalla parte della ragione.
La mia buona fede, la mia salute mentale e tutte le referenze richieste dalla diocesi giocano a mio favore e sono documentate e verificabile anche dalle cartelle cliniche, certificati medici, analisi cliniche, certificati psichiatrici regressi e attuali, (alcuni dei quali in mano alla diocesi) attestano le menzogne dette sul mio conto In questi documenti, altresì, non sono contenute nella loro sostanza le parole usate per danneggiarmi, non essendoci a tale riguardo, anche di fatto, patologie dimostrabili.
Da ciò si evince, che quello che è stato detto nei miei confronti a mio danno, è stato volutamente fatto solo a scopo di lucro (per lucro non intendo solo soldi) ma anche un guadagno o interesse personale derivante dall’uso improprio dei miei talenti e di quanto da me scritto in buona fede, semplicità di cuore, ingenuità
per l’edificazione della Chiesa e della mia persona.
Sono stati i miei talenti l’argomento interessante che hanno spinto la Diocesi a lasciarmi continuare e che ha messo in atto l’abuso di potere nei miei confronti e nei confronti di Fondazione San Rocco. I miei talenti sono stati anche la causa delle gelosie e delle invidie che si sono create all’interno degli ambienti parrocchiali e che mi hanno costretta ad allontanarmi.
Di seguito indico un video da guardare ed ascoltare nel quale è raccontata l’esperienza di pre-morte fatta da una religiosa, che è simile ma non uguale alla mia, e che è stata la causa del danno psico-fisico che ho avuto e di cui la diocesi era al corrente.
Mentre questa religiosa è uscita dalla sua esperienza indenne, io ho avuto al contrario danni gravissimi, che ancora mi limitano notevolmente e che mi provocano dolori indicibili.
Questa esperienza è all’origine del quarto voto di abbandono
che ho emesso ed è per questo motivo che ho dichiarato, nel mio scritto del 26 settembre 2023 indirizzato a Sua Eminenza, che il carisma di F.S.R. è difficilmente trasmissibile ad altri senza una formazione fatta con me.
Da questo video si evince anche che il danno che ho subito a undici anni non ha niente a che vedere con le scemenze blasfeme dette dal Cardinale nei miei confronti dai microfoni della Diocesi.
Affermo e confermo che l’unica malattia che ho è questa:
sono mancina dalla nascita, ma in seguito alle disgrazie che ho avuto in età precoce per “adattamento” sono diventata destro-mane. In seguito poi alle terapie e alla riabilitazione psico-motoria, alla quale mi sono sottoposta, ho recuperato parzialmente l’uso della parte mancina.
Ugualmente il danno che ho subito è stato molto grave e limitante a livello psico-motorio. (Disturbo da conversione).
Se ce l’ho fatta è perché noi mancine/i abbiamo un interscambio notevole fra i due emisferi cerebrali, che mi ha consentito di non rimanere, dopo l’esperienza di pre-morte, in uno stato vegetale.
Conseguenza di ciò sono i numerosi errori di ortografia presenti nei miei scritti e nell’ orientamento spazio-temporale.
Nel caso Sua Eminenza ha – ricamato – sulle mie disgrazie peggio per Lei.
Conversione Costante
youtube – Tornata dall’aldilà. L’esperienza di pre-morte di Gloria Riva – 10 aprile 2021
Da un’intervista di Giancarlo Amato
Se non avessi avuto nella mia vita questa esperienza e non ci fosse stato il percorso con mons. Ivan Salvadori non ci sarebbe Fondazione San Rocco.
Pur senza entrare nei dettagli
di ciò che ho scritto in questi anni e di ciò che Lei ha espresso nei miei confronti, tengo solo a precisare, perché mi sembra importante per la mia difesa, quanto è avvenuto con la signorina Laura, volontaria a San Rocco (Co) in quanto il suo nome è stato associato, da Lei, al mio,
contro la mia volontà.
Riguardo a questa gentilissima signorina Laura dichiaro che non nutro sentimenti ostili nei suoi confronti, ma al contrario, avendo svolto insieme a lei, una mattina, la distribuzione delle colazioni ho ricevuto da lei una buona impressione.
Al termine del servizio ho lasciato a Laura il mio numero di telefono dicendole di chiamarmi nel caso avesse avuto bisogno ma non l’ha fatto,
previa comunicazione, nei mesi successivi l’ho cercata in casa parrocchiale per due volte ma non si è mai fatta trovare, dopo di che le ho scritto una lettera bellissima nella quale l’ho trattata come una figlia e nella quale le ho esposto il mio progetto, chiedendole se voleva diventare mia collaboratrice ma non ho mai ricevuto nessuna risposta neanche a questa lettera.
A me sembra che c’è un motivo solo oggettivo e non personale per cui non l’ho più voluta. Sicuramente questa ragazza non era interessata al Progetto Fondazione San Rocco e neanche voleva collaborare con me.
* * *
Le vessazioni che ho avuto, come ho già scritto, sono state immediate e conseguenti all’offerta della mia vita, che ho fatto alla Madonna per il Trionfo del Suo Cuore Immacolato infatti la signorina Laura e la signora Gigliola di Grandate mi si sono rivoltate contro, rispettivamente nel giorno della natività di Maria Santissima e all’Annunciazione.
Dall’ esperienza che ho avuto, infatti, durante la mia lotta contro il potere occulto, ho potuto constatare che la nemica numero uno del demonio è la “Madonna”, non la può vedere, proprio perché sarà Lei a schiacciare il suo capo.
La Madonna ha lasciato fare fino a quando ha voluto, ora, Sua Eminenza, non lascia fare più niente.
In quanto ho capito che la situazione nei confronti di questa ragazza era poco chiara, l’ho lasciata perdere e ho proposto a mons. Ivan Salvadori, di mandare avanti Laura in casa parrocchiale, mentre, personalmente, avrei continuato il percorso con Lui perché avevo già intuito che Gesù nei miei confronti aveva in mente qualcosa di più eccellente.
Per questo motivo – ho privilegiato – il percorso – con mons. Ivan Salvadori – in quanto essenziale perché – senza di esso – non ci sarebbe – ora – Fondazione San Rocco.
Come ho già detto sarebbe mia intenzione, in accordo con mons. Ivan Salvadori, continuare un cammino di direzione spirituale con Lui perché sono certa che il nostro incontro è stato provvidenziale, in quanto teologo della diocesi e bravo sacerdote (anche se in questi tre anni non ha mai risposto ai miei scritti.)
Non solo per questi motivi ho continuato il mio percorso con mons. Ivan Salvadori ma anche e soprattutto perché è stata la Madonna a dirmi: “stai vicino a don Ivan”.
Ancora lo sto facendolo perché è mia opinione che la Madonna ha un progetto da realizzare che ancora non si è ancora manifestato completamente Sicuramente sarà qualcosa di ancora di più eccellente per il bene della Santa Chiesa e delle anime. Per questo motivo vorrei iniziare una collaborazione più matura e più fruttuosa con Lui
Il Titolo Fondazione San Rocco è stato utilizzato da me per la prima volta in data . . . . 2021
Illustrissima Sua Eminenza
se non è riuscito oppure non ha voluto mandare avanti questa ragazza e non ha preso posizione nei confronti di F.S.R. è perché non può farlo, non solo, ma nel caso la prossima volta dal pulpito della Cattedrale umilierà
sua sorella – sua mamma e suo papà – ma non – la sottoscritta.
Lei ha fatto, in realtà, con me, solo un buco nell’acqua e una grande e pessima figura davanti a tutto il mondo
Non sono stati – i soldi – le donne – i bambini e le bambine – e – le cose ignominiose che Lei ha espresso nei miei confronti a frenare il Progetto F.S.R
ma è stato il potere clericale da Lei rappresentato in quanto mi sono scontrata contro la mafia clericale e la massoneria clericale toccata nei suoi interessi.
Lei ha pensato e creduto di fare un business utilizzando innanzitutto i miei talenti, manovrando quanto da me scritto per ottenere i Suoi scopi.
* * *
Vita consacrata l’ho bloccata non certo per l’ultima scemenza detta dall’impero romano di cui Lei è schiavo, a differenza di me che sono una donna libera, ma perché Lei sa benissimo che il carisma di F.S.R. non è in linea con la Chiesa e neanche con quello che Lei ha scritto e sottoscritto il 31 agosto 2023 in occasione della Festa di Sant’Abbondio:
“Vorremmo, poi, aiutarci a costruire, in secondo luogo, una Chiesa più sinodale, in cui viene riconosciuta la comune dignità battesimale e dove la corresponsabilità di tutti i cristiani nella missione siano non solo affermate, ma anche esercitate e praticate (sinodalità). Saremo chiamati perciò a instaurare uno stile di ascolto e di attenzione, che permette di trasformare tutte le nostre relazioni, includendo, con questo metodo, coloro la cui voce è più frequentemente ignorata, come anche le altre comunità di fede e la società nel suo complesso.
Una Chiesa sinodale non potrà esimersi nemmeno di approfondire il cammino ecumenico, coinvolgendo nel dialogo coloro che condividono l’unico Battesimo e sono membri di altre Chiese.”
Al di là del fatto che non approvo quanto da Lei scritto, mi duole avere dovuto constatare, al contrario, che Lei – cerca – il dialogo con tutti – tranne – che con me.
Lei che afferma auspicabile il coinvolgimento nel dialogo con le Chiese riformate in realtà ha umiliato proprio me che sono Figlia della Chiesa Cattolica di cui Lei è Pastore e Guida.
Riguardo al fatto che “siamo chiamati ad instaurare uno stile di ascolto e di attenzione” come mai in questi anni non ha mai voluto dialogare con me?
Come mai con tutte le belle cose che ho scritto per l’edificazione della Chiesa è stato capace solo di esprimere ciò che più Le conveniva – occultando ed alterando – il significato del vero, del bello, del buono nel suo contenuto?
Sono in accordo con Lei che in quanto doveva rendere conto a Roma ha trovato più facile mandare avanti colei che maggiormente corrispondeva alla tendenza dell’Impero Romano a discapito mio, di Fondazione San Rocco e del carisma.
Il Suo comportamento nei miei confronti è stato ridicolo.
Assicuro, che per me, avere bloccato vita consacrata è stato come uccidere la mia creatura e ciò mi ha causato una sofferenza indicibile.
Per questo motivo dico che mons Ivan Salvadori è il co-fondatore perché è stato Lui a leggermi sin dall’inizio e a darmi fiducia in quanto Vicario e Teologo della Diocesi.
Ho saputo inoltre, per caso, che circa un anno fa, la Parrocchia San Bartolomeo di Grandate ha raccolto soldi con il nome “i volontari di don Roberto Malgesini”.
In quanto per svergognarmi, umiliarmi, screditarmi agli occhi del mondo siete stati capaci, in quanto il mio nome, contro la mia volontà, è stato associato al loro a me sembra che anch’io avrei diritto alla mia parte.
In quanto non sono più praticante
a causa delle maldicenze espresse nei miei confronti
don Roberto Pandolfi
dovrebbe astenersi dal mettere nella mia cassetta della posta qualsivoglia cartaceo informativo e dovrebbe astenersi dal suonare il campanello di casa mia per annunciare eventuale sua visita. Non ho bisogno della sua benedizione. In quanto doveva rispondere al telefono e doveva impartirmela quando avevo seriamente bisogno del conforto dei sacramenti e del sacerdote.
In quanto sto insegnando, ai miei ragazzi e alle mie ragazze, che le bugie hanno le gambe corte, a maggior ragione, questa verità dovrebbe essere messa in pratica da Voi Uomini di Chiesa.
Sono arci-stufa delle Vostre bagatelle ecclesiastiche e clericali perché se non andate d’accordo fra di voi non dovreste coinvolgere chi, come me, volevo solo fare del bene.
mi sembra che in ciò non state dando testimonianza.
In conclusione:
avendo con questo Vostro atteggiamento subdolo, nei miei riguardi, tradito la fiducia che avevo riposto nella Spettabile Diocesi di Como, la mia generosità e la mia buona fede;
in conseguenza del grave danno, che Lei, Illustrissima Sua Eminenza, ha procurato, con il Suo dire, avendo Lei offuscando il mio onore e il mio buon nome e quello di Fondazione San Rocco
chiedo quale risarcimento,
che Lei – abbia ad indire – una raccolta di soldi – che utilizzerò – per sostenere – il mio apostolato.
Il ricavato proveniente dalla raccolta, quantificato – verrà consegnato – a me personalmente – da mons. Ivan Salvadori – insieme ai manoscritti.
Il risarcimento pecuniario si intende anche relativo alle spese dell’avvocato che ho sostenuto per difendermi.
Avendo già ricevuto richieste di ospitalità, da parte di persone, che vorrebbero essere accolte in un ambiente protetto, la Spettabile Diocesi di Como, potrebbe aiutarmi, a trovare qualche locale da adibire per tale scopo.
Avendo raggiunto il numero di soci fondatori, essendoci il capitale iniziale, essendoci la sede legale, essendoci il carisma dal quale attingere per la stesura dello statuto:
F.S.R. può dirsi costituita.
Fatto aggravante
In quanto il 12 ottobre 2022, conseguenza delle vessazioni alle quali sono stata sottoposta, ho scritto una lettera offensiva a mons. Ivan Salvadori:
in quanto la Spettabile Diocesi di Como sapeva di questi attacchi violenti che stavo subendo da parte del potere occulto
in quanto la medesima non è intervenuta, per sollevarmi da una così difficile situazione, mi sono liberata da sola, con le mie forze, dopo circa un mese di attacchi violenti, senza l’intervento e la benedizione di un sacerdote.
Nel caso la Diocesi, nella persona dei suoi sacerdoti, fosse intervenuta, avrei sofferto di meno e potevo evitare questo gesto. E’ chiaro che nello scrivere mi sono mossa spinta da un allucinazione diabolica ma anche per legittima difesa.
Ho fatto quello che ho potuto perché “non sono stata sostenuta” dalla Diocesi, anzi, al contrario, mentre io soffrivo a causa delle vessazioni, in Cattedrale – Lei – parlava male di me.
A causa della violenza delle vessazioni del 15 settembre 2022, infatti, non sono stata neanche in grado di collegarmi con la Diocesi per seguire via internet la messa in suffragio di don Roberto Malgesini.
a causa poi della gravità delle maldicenze espresse sul mio conto è probabilmente stata ritirata.
Pertanto anche quest’altra colpa che è stata imputata a me ritorna e ricade sulla Diocesi di Como in quanto omissione di soccorso.
Il Demonio non si è irritato per quello che ha detto Lei, ma per quello che sto facendo.
Riguardo al fatto del perché ho bloccato vita consacrata, specifico che in quanto sono molto tradizionalista, non ci sono stati i presupposti per una approvazione da parte della Spettabile Diocesi di Como di quanto da me scritto.
A tale proposito lascio da guardare e ascoltare un documentario.
Youtube: Cooperatores Veritatis – 9 gennaio 2019
Mons. Lefebvre – un vescovo nella tempesta
che narra, nella prima parte, la vita e l’apostolato di questo sacerdote in terra di missione, mentre nella seconda parte, tratta della posizione da Lui presa e conseguente al Concilio Vaticano II.
Essendo un documentario è abbastanza lungo ma suggerisco di guardarlo ed ascoltarlo fino alla fine perché è grazie alla testimonianza di mons. Lefebvre che ho avuto il coraggio di bloccare vita consacrata.
Mons. Lefebvre ha dato vita alla fraternità Pio X, ad un seminario e a ordini religiosi femminili con l’intenzione di salvare la gioventù e la Chiesa, a Lui affidatagli da Dio, dai venti rivoluzionari conseguenti al concilio.
Wikipedia.org
“La congregazione, costituita in opposizione al Concilio Vaticano II e alle riforme che sono seguite, raggruppa oggi i continuatori della Chiesa preconciliare: gli aderenti desiderano conservare la messa tridentina e si oppongono all’ecumenismo e al dialogo interreligioso.
La FSSPX è una società di vita comune – senza voti – sull’esempio delle missioni estere.
Non sono sacerdote, non voglio e non posso fare ciò che ha fatto mons. Lefebvre, ma assicuro, che anch’io in quanto donna e figlia della Chiesa Cattolica, voglio con il mio carisma tutelare gli interessi di Gesù mantenendomi nella tradizione pre-concilio.
A tale riguardo ho provveduto a comperare libri di teologia tradizionale per un valore di circa euro 3.000.- per salvarli dall’imminente rogo dell’eresia.
Sono contro-rivoluzionaria
e non vedo nella Chiesa dell’oggi le premesse per cui il mio carisma possa essere approvato senza ricevere una scomunica.
La mia è un’opinione:
perché le apparizioni di Garabandal, nelle quali la Madonna ha pre-annunciato un Avvertimento, simile a quello percepito da me, non sono state riconosciute dalla Chiesa?
Perché queste apparizioni sono coincise con l’inizio e con la fine del Concilio Vaticano II e per questo motivo andavano a disturbare la Chiesa nei suoi interessi
Uno dei motivi, anche, per cui non sono in linea con la Chiesa in qualità di Fondatrice e Riformatrice riguarda ad esempio la distribuzione della comunione da parte dei ministri dell’Eucarestia.
In realtà il demonio vuole infliggere un attacco durissimo all’Eucarestia, alterando, sempre di più, il significato della messa che da Sacrificio diventa sempre di più Cena e questo atteggiamento si evidenzia già in alcune modifiche, nelle parole della liturgia, introdotte nel lezionario nel l’anno 2021
. . . fino ad arrivare alla negazione – può darsi – della presenza reale del Corpo, del Sangue, Anima e Divinità di Gesù, nell’ostia consacrata.
Anche per il fatto, che ho raggiunto il mio grado di santità e pertanto non sento più il bisogno di accostarmi ai sacramenti, non sono praticante, però l’unica messa che considero valida e alla quale parteciperei volentieri è la messa tridentina.
Per questo motivo ho acquistato il Messale Festivo Tradizionale “Summorum Pontificum” e il Messale Ordinario Tradizionale che conservano ancora integro il testo tradizionale in italiano e latino e lo potete trovare sul sito: Fede & Cultura.com.
Le modifiche che sono state fatte hanno lo scopo di facilitare l’ingresso dei protestanti ed è il motivo principale per cui non sono più praticante. Inclusione invece di conversione
Riguardo alla distribuzione della santa comunione da parte dei ministri è inammissibile per me che donne sposate e uomini sposati abbiano a toccare il Corpo vergine ed immacolato di Gesù. La stessa cosa vale per i diaconi permanenti sposati i quali dovrebbero astenersi anche loro dal toccare il Corpo di Gesù e distribuirlo.
Il celibato del sacerdote e la castità nella vita consacrata sono anticipazione del Regno ad imitazione di Gesù, di Maria e di San Giuseppe.
Lo stesso San Paolo è molto chiaro a tale riguardo:
Prima lettera ai Corinzi 7,34
“Così la donna non sposata, come la vergine, si preoccupa delle cose del Signore, per essere santa nel corpo e nello spirito; la donna sposata invece si preoccupa delle cose del mondo, come possa piacere al marito.”
Anche San Tommaso d’Aquino è molto chiaro a tale proposito:
Somma Teologica Questione 72 art. 3
Il ministro di questo sacramento – Se la distribuzione di questo sacramento spetti solo al sacerdote:
In contrario:
Nei canoni (Decreto di Graziano, 3, 2, 29) si legge: “Siamo venuti a sapere che alcuni presbiteri consegnano a un laico o a una donna il corpo del Signore perché lo portino agli infermi. Il Sinodo perciò proibisce che tale abuso continui: il sacerdote comunichi egli stesso gli infermi”.
Rispondo: La distribuzione del corpo del Signore compete al sacerdote per tre motivi.
Primo, poiché come si è detto egli consacra in persona di Cristo. Ora, come Cristo consacrò da sé il proprio corpo, così da sé lo distribuì agli altri. Come quindi appartiene al sacerdote consacrare il corpo di Cristo, così appartiene a lui di distribuirlo.
Secondo, poiché il sacerdote è costituito intermediario fra Dio e il popolo, così spetta a lui dare al popolo i doni santi di Dio.
Terzo, poiché per rispetto verso questo sacramento esso non viene toccato da cosa alcuna che non sia consacrata: per cui sono consacrati il corporale, il calice, e anche le mani del sacerdote, per poter toccare questo sacramento. A nessun altro quindi è permesso di toccarlo, all’infuori di un caso di necessità: per esempio se stesse per cadere a terra o altri simili.
A questo proposito lascio d guardare e ascoltare un video che tratta proprio di questo argomento e cioè dell’eccellenza del celibato del sacerdote e della vita consacrata.
Youtube – Padre Serafino Lanzetta – Al Sinodo c’è anche Gioviniano (eretico del IV secolo)
Fatto aggravante
Non avendo la televisione e non essendo collegata con la diocesi di Como non essendo ora neanche praticante non ero e non sono al corrente di quanto essa dice di me. Affermo e confermo che non ho mai avuto una risposta formale e diretta da parte della Diocesi. Tutti che sapevano e sanno tutto di me tranne la sottoscritta che sono la diretta interessata.
Inoltre non essendo sottoposta a nessun voto di obbedienza al vescovo e neanche stipendiata diocesana qualsiasi informazione il Cardinale la doveva dare personalmente a me.
In quanto non ho mai ricevuto una risposta ai miei scritti e neanche una conferma relativa alla correttezza del loro contenuto e alla sua buona interpretazione ho continuato il percorso secondo il mio pensiero, modificandolo nel tempo, a seconda di quanto le mie intuizioni mi facevano intendere.
Nel caso il vescovo doveva dirmi qualcosa avrebbe dovuto convocarmi nel suo ufficio, come fanno tutte le persone normali quando devono trovare un accordo fra di loro, essendo il contenuto dei miei scritti delicato non doveva favorire, l’esaltazione dell’immagine di una determinata persona, a mia insaputa e a discapito della mia, per tornaconto e interesse Suo personale.
* * *
Di seguito indico ciò che il codice penale, il codice civile, il diritto canonico, i diritti d’autore e la legge sulla tutela dei dati personale, esprimono, riguardo al danno che ho subito da parte della Diocesi di Como e per il quale chiedo un risarcimento.
www.altalex.com-documents-news – pubblicato il 28/02/2020
“Diffamazione via mass media e social network, tutele e risarcimenti:
Nell’era digitale in cui viviamo, comunicare è diventato sempre più semplice e veloce.
Una notizia pubblicata sul web, un post su un social network, un commento inappropriato su una chat di un gruppo facebook o di un gruppo “whatsapp” sono in grado di raggiungere facilmente un numero imprecisato di persone.
L’enorme effetto di “cassa risonanza” delle informazioni pubblicate sul web, spesso a prescindere dalla loro effettiva veridicità, può risultare però alquanto pericoloso ogniqualvolta l’oggetto del messaggio diffuso abbia carattere denigratorio ed infamante nei confronti del suo destinatario.
Oggigiorno, il danno subito da una vittima di diffamazione per il tramite di mass media (TV, web, giornali) può assumere un’entità ben più consistente rispetto al passato, per cui diventa fondamentale conoscere, ed intraprendere, tutte le possibili vie di tutela al fine di tutelarsi dagli attacchi diffamatori subiti.
Cos’è la diffamazione e quali sono i suoi requisiti
A norma dell’art. 595 c.p. commette il reato di diffamazione “Chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione” ed “è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a euro 1.032,00”.
In buona sostanza, i requisiti della diffamazione sono costituiti dall’offesa dell’altrui reputazione e dalla comunicazione con più persone.
-1- L’offesa dell’altrui reputazione deve essere intesa come una lesione delle qualità personali, morali, sociali, professionali, di un individuo e si concretizza quando è lesa l’immagine, l’onore od il decoro di una data persona.
-2- Per quanto riguarda il secondo requisito, vale a dire quello della comunicazione con più persone, occorre chiarire che la trasmissione del messaggio diffamatorio a più soggetti potrebbe avvenire sia oralmente che per iscritto ma in ogni caso non è richiesta la contemporaneità della comunicazione.
In buona sostanza, ciò significa che potrà configurarsi il reato di diffamazione anche quando la comunicazione a più persone sia intercorsa in tempi diversi nonché con intervalli più o meno lunghi.
* * *
Ciò chiarito in ordine ai requisiti al reato di diffamazione, si evidenzia che ai fini della configurabilità del reato di diffamazione la vittima non deve essere necessariamente identificata per nome e per cognome, essendo sufficiente che essa risulti individuabile (anche per esclusione e in via deduttiva) nell’ambito di una categoria ristretta di persone
Quanto all’elemento soggettivo, il dolo del reato richiesto è quello generico, essendo sufficiente la consapevolezza del diffamatore di pronunciare o di scrivere una frase lesiva dell’altrui reputazione, accompagnata dalla volontà che la frase denigratoria giungerà a conoscenza di più persone.
Come si è visto infine, è necessario che l’autore della diffamazione comunichi con almeno due persone – o anche con una sola – ma con modalità tali che la pre-detta notizia verrà sicuramente a conoscenza di altri e che egli si rappresenti, e voglia, la realizzazione di tale evento (Tribunale Pescara, 07/01/2019, n.4).
Circostanti aggravanti
La pena del reato di diffamazione potrebbe essere aumentata in presenza di circostanze aggravanti ed in particolare:
quando vi è stata attribuzione di un fatto determinante (comma 2) poiché in tale ipotesi l’offesa alla reputazione della vittima è maggiormente credibile e dunque ha una portata ben più lesiva di un’offesa del tutto generica:
La tutela in sede civile
Come già sopra illustrato, la vittima di attacchi diffamatori potrà agire anche soltanto in sede civile allo scopo di ottenere il dovuto risarcimento dei danni subiti.
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A beneficio di chiunque fosse interessato all’argomento, si riporta di seguito uno schema riepilogativo delle principali vie di tutela per difendersi dagli attacchi diffamatori.
Le vie di tutela degli attacchi diffamatori
1 Tutela esclusivamente in via civile: la vittima di attacchi diffamatori potrà decidere di agire soltanto civilmente, richiedendo il risarcimento dei danni subiti, senza sporgere alcuna querela;
2 Tutela sia in via civile che penale: la vittima della diffamazione può scegliere di sporgere querela contro il presunto autore del reato senza costituirsi poi nel processo penale come parte civile, preferendo agire civilmente mediante un autonomo giudizio;
3 Tutela esclusivamente in via penale: in tale caso occorre sporgere querela nei termini di novanta giorni dai fatti del reato, a pena di improcedibilità.”
s.e.& o
Brocardi.it
“art. 595 c.p. Diffamazione
Dispositivo dell’art. 595 c.p.
Ratio Legis:
La disposizione trova il proprio fondamento nella necessità di garantire la reputazione dell’individuo, ovvero l’onore inteso in senso soggettivo, quale considerazione che il mondo esterno ha del soggetto stesso.
Spiegazione dell’art. 595 c.p.
Il bene giuridico oggetto di tutela è la reputazione della persona offesa.
I presupposti del reato sono i seguenti:
L’assenza dell’offeso, consistente nell’impossibilità che la persona offesa percepisca direttamente l’addebito diffamatorio.
L’impossibilità di difendersi determina infatti una maggiore potenzialità offensiva rispetto alla mera ingiuria (ad oggi comunque depenalizzata)
Spiegazione estesa
Il reato di diffamazione punisce chi, comunicando con più persone, rechi volontariamente un’offesa alla reputazione di una persona assente.
Costituiscono requisiti essenziali ai fini della configurazione della fattispecie in esame: l’offesa dell’altrui reputazione; l’impossibilità per il soggetto passivo di percepire fisicamente l’offesa arrecatagli. La presenza di almeno due persone.
Si deve, innanzitutto, precisare che per “reputazione” si intende la stima che gli altri hanno della sfera morale di una persona.
La condotta criminosa può anche consistere in omissioni, purché se ne possa dimostrare l’intenzione delittuosa.”
s.e.&.o
www.avvocatoporetti.it/articoli/diffusione dei propri dati personali
“Diritto alla riservatezza e trattamento illecito dei dati personali.
Secondo la Corte di Cassazione, infatti, solo i dati che rivelino:
l’origine razziale o etnica, le opinioni politiche, le convinzioni religiose o filosofiche, l’appartenenza sindacale; i dati genetici o biometrici, quelli relativi alla salute e alla vita o all’orientamento sessuale; quelli delle condanne penali, dei reati o delle misure di sicurezza
sono rilevanti ai fini della violazione della privacy e dell’integrazione della fattispecie penale già citata.”
s.e.&.o
Diritti d’Autore
Sono tutelate dal diritto d’autore le opere dotate di carattere creativo e di una forma espressiva attraverso cui essere percepita.
Il requisito della creatività dell’opera
si può intendere il prodotto tra le personali abilità umane (originalità) del suo autore e gli elementi distintivi in grado di distinguere l’opera dalle altre (novità).
L’art. 2575 del c.c. e l’art. 1 della legge sul diritto d’autore
forniscono una interpretazione esaustiva delle opere suscettibili di tutela del diritto d’autore.
L’ art. 2 sul diritto d’autore
elenca tutte le opere soggette di tutela del diritto d’autore
fra cui anche le opere in forma scritta oppure orale di tipo letterario . . . e religioso.
www.avvocato Madonna.it – Diritto d’autore – cos’è e come si tutela un’invenzione
“Cos’è il Diritto d’Autore
L’art. 27 della Dichiarazione dei diritti umani, al paragrafo 2, afferma che “ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria ed artistica di cui egli sia autore.”
Questa norma è già emblematica del contenuto e dello scopo del diritto d’autore. Si può, pertanto affermare che il diritto d’autore è l’istituto giuridico previsto dalla legge per tutelare l’autore di un’opera immateriale di carattere letterario, artistico o scientifico,
o meglio i frutti che da questa derivano
L’Italia ha una specifica disciplina a tutela del diritto d’autore sancita nella legge 633/1941 e nel c.c. agli articoli 2575 e seguenti.
Il diritto morale d’autore: cos’è e come si manifesta?
La concreta tutela del diritto d’autore si manifesta mediante la protezione dei diritti nascenti dalla creazione dell’opera
L’autore dell’opera, dunque, diventa titolare di un diritto che gli consente di rivendicare di essere autore di un’opera (diritto di paternità di un’opera), ovvero decidere di renderla o meno pubblica (diritto di inedito), se pubblicarla in maniera anonima (diritto di anonimo), se modificarla, se ritirarla dal commercio. . . . .
Tale aspetto del diritto d’autore non è alienabile né prescrittibile.
“. . . l’autore conserva il diritto di rivendicare la paternità dell’opera e di opporsi a qualsiasi deformazione, mutilazione od altra modificazione, ed a ogni atto a danno dell’opera stessa, che possono essere di pregiudizio al suo onore e alla sua reputazione”
Diritto patrimoniale d’autore
L’autore può, sempre avvalendosi del diritto d’autore, sfruttare l’opera per ottenere un guadagno.
In questo caso, al contrario di quanto sopra, si parla di diritto patrimoniale d’autore e che, a differenza del primo, è alienabile e trasmissibile.
Come funziona concretamente il diritto d’autore?
Per delineare il funzionamento concreto del diritto d’autore, si faccia riferimento, prima di tutto, all’acquisto del diritto.
Ai sensi dell’art. 2580 c.c., il diritto d’autore spetta all’autore dell’opera e ai suoi aventi causa nei limiti e per gli effetti fissati dalle leggi speciali.
Il diritto si acquisisce in forma esclusiva dl momento in cui l’opera viene creata, ai sensi dell’art. 2576 c.c. e dell’articolo 6 I.d.a.
Quest’ultima legge conferma anche l’esclusività del diritto all’art. 12, affermando che l’autore ha il diritto esclusivo di pubblicare l’opera e di utilizzarla pubblicamente. La prima utilizzazione economica dell’opera coincide con la pubblica della stessa.
L’art. 6 inoltre, in linea con il codice civile, stabilisce che “il titolo originario dell’acquisto del diritto di autore è costituito dalla creazione dell’opera, quale particolare espressione del lavoro intellettuale.”
Chi è l’autore dell’opera?
Per quanto riguarda la tutela di chi deve rivendicare la paternità dell’opera si fa riferimento all’art.8 I.d.a.
Questo afferma che “E’ reputato autore dell’opera, salvo prova contraria, chi è in esso indicato come tale nelle forme d’uso, ovvero, è annunciato come tale nella recitazione, esecuzione, rappresentazione o radio-diffusione dell’opera stessa”.
L’autore dell’opera può modificarla fino a renderla anche radicalmente diversa da come è nata ed acquisire i diritti sulle modifiche.
A stabilirlo è l’art. 18 I.d.a, che riconosce nel diritto di elaborare “tutte le forme di modificazione, di elaborazione e di trasformazione dell’opera . . .”.
Qual’ è l’oggetto del diritto d’autore
L’art. 2575 c.c. stabilisce che “Formano oggetto del diritto di autore le opere di ingegno di carattere creativo che appartengono alle scienze, alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e alla cinematografia, qualunque ne sia il modo o la forma di espressione.”
Dalla lettura di tale norma, si chiarisce in primo luogo che:
per opera dell’ingegno si intende la trasformazione personale dell’idea in forma ovvero in qualcosa di concreto e materiale
La tutela del diritto, è dunque, rivolta all’idea espressa in una determinata maniera, attribuibile alla creatività dell’intelletto umano e non tanto all’idea in forma ovvero in qualcosa di concreto e materiale
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Ai fini dell’applicazione della disciplina, assume rilievo il carattere creativo dell’opera.
Sulla creatività la legge non fornisce specificazioni.
Sul suo significato dunque ci si affida all’interpretazione della dottrina e della giurisprudenza. Più volte nella stessa sentenza (n.22118/2015), la Corte di Cassazione ha sottolineato come la legge non intenda necessaria la creatività intesa in maniera assoluta nel suo significato linguistico, bensì siano sufficienti una “creatività minima e un valore artistico modesto”
Ai fini della tutela della I.d.a, dunque, è necessario che l’espressione dell’idea denoti in minima parte la personalità dell’autore
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L’art. 25 I.d.a. stabilisce “che i diritti di utilizzazione economica dell’opera durano tutta la vita dell’autore e sino al termine del settantesimo anno solare dopo la sua morte.
Tali diritti spettano, pertanto, agli eredi, nei 70 anni successivi alla morte dell’autore.
Una volta raggiunto il termine dei diritti di utilizzazione economica l’opera cessa il diritto di esclusiva e può essere utilizzata da chiunque anche in assenza di espresso consenso da parte degli eredi o aventi causa dell’autore.”
s.e.&o
Abuso di potere nella Chiesa
Settimananews.it/Chiesa-abuso di potere e di coscienza nella chiesa/
di Domenico Marrone, 3 settembre 2022
“Il tema di abuso di coscienza e di potere fu evidenziato da papa Francesco sia nella lettera al Popolo di Dio del 20 agosto 2018 sia nell’incontro del successivo 25 agosto, durante il viaggio in Irlanda, con un gruppo di gesuiti, ha ribadito in modo simili che “l’elitismo, il clericalismo favoriscono ogni forma di abuso. E l’abuso sessuale non è il primo. Il primo è l’abuso di potere e di coscienza.”
. . . Il tema di abuso spirituale non è nuovo, anche se la parola non è nuova.
. . . “L’abuso appartiene sempre a un processo di corruzione e trasformazione dell’autorità legittima in una dinamica perversa di potere, supremazia, dominio, di possesso nei confronti di una o più persone che si trovano in una situazione di vulnerabilità esistenziale e di dipendenza”.
A proposito di vulnerabili:
La lettera apostolica Vos estis lux mundi ha fornito la seguente definizione: “Per persona vulnerabile si intende qualsiasi persona che si trovi in uno stato di infermità, di deficienza fisica e psichica, o di privazione della libertà personale che, di fatto, anche occasionalmente, ne limiti la capacità di intendere e di volere o comunque di resistere all’offesa” (Francesco 2019b, art. 1, §2b)
Nel contesto cristiano, la vulnerabilità è una condizione per il discepolato. Chi non è aperto e colpito dalla chiamata di Gesù non è in grado di seguirlo. I discepoli devono essere aperti per essere colpiti. Infatti Ignazio di Loyola elogia coloro che sono disposti a essere colpiti, “los que mas se querran affectar”. Ancora una volta, la capacità di essere colpiti, cioè la vulnerabilità, non è una imperfezione ma una condizione necessaria del discepolato.
L’apertura agli altri rende possibile l’abuso spirituale; pertanto, le persone generose sono più a rischio.
Di conseguenza, l’abuso spirituale può avvenire a causa dell’apertura umana agli altri, non per una sorta di carenza da parte delle vittime. Questa conclusione rifiuta il principio sbagliato che postula che ciò che rende possibile l’abuso sono alcune caratteristiche delle persone che lo subiscono.
“L’abuso spirituale si verifica quando un leader con autorità spirituale usa tale autorità per costringere, controllare e sfruttare un seguace, causando così ferite spirituali”
L’abuso spirituale ruota intorno al potere. L’abuso non è una conseguenza del potere, ma del suo cattivo uso.
La prima conseguenza dell’abuso spirituale è la violazione dei confini.
La violazione dei confini spirituali viola la privacy delle persone. La persona perde lo spazio protettivo che la sua dignità merita. Qui avvengono le cose più intime della vita spirituale. Le aree del forum internum e forum externum che dal diritto canonico sono strettamente separate, si confondono.
In questo contesto l’obbedienza diventa uno strumento di potere e di dominio.
Caratteristiche del sistema abusante
Fonti principali dell’abuso due fattori: una personalità manipolatrice (solitamente di chi ha il compito di guida), e un sistema abusivo che appartiene alla struttura stessa e alle regole e alle consuetudini di un’istituzione.
Questo apparato di manipolazione, tanto subdolo quanto efficace, spinge la persona a fidarsi unicamente di “uno”, a consegnarsi completamente in una relazione che diviene progressivamente, attraverso calcolati abusi di potere e di coscienza, una gabbia da cui è impossibile uscire: le vittime sono condizionate a tal punto da divenire incapaci di reagire e di assumere qualsiasi decisione autonomamente. Il fatto aggravante è questo: il clero è corrotto.
Quali gli elementi su cui è bene che l’autorità vigili per non incorrere in comportamenti abusanti?
Un primo elemento è il rispetto della libertà individuale. Nessun fine, seppure lodevole, può giustificare la predisposizione di strumenti e prassi che potrebbero ledere in qualsiasi modo la dignità personale o il diritto di auto–determinazione. L’adesione a un carisma e l’ammissione in una realtà ecclesiale è la risposta libera e volontaria a una chiamata divina, e tale adesione non annulla mai la libertà personale e, di conseguenza la responsabilità individuale. Laddove non si promuove la responsabilità personale, non si contribuisce alla salvezza delle anime, poiché l’uomo – insegna la Chiesa può volgersi al bene solo nella libertà.
Un secondo elemento è la tutela dello spazio della coscienza A tale riguardo il diritto è molto chiaro. Il Codice di Diritto Canonico dispone: “Non è lecito ad alcuno ledere illegittimamente la buona fama di cui gode, o violare il diritto di ogni persona a difendere la propria intimità (can 220). La difesa dell’intimità sancita da questo canone, da una parte, determina il divieto di imporre a chiunque l’apertura dell’animo e la condivisione della propria intimità, dall’altra, obbliga seriamente al segreto tutti coloro che vengono a conoscenza di aspetti e questioni che fanno parte dell’ambito della coscienza di un fratello.
Cosa succede quando questa autorità spirituale sostenuta dalla Chiesa viene usata male? In che misura la Chiesa è parte dell’abuso spirituale?
. . . Ai fedeli viene insegnato a fidarsi della Chiesa e dei suoi rappresentanti Frasi come “chi obbedisce non sbaglia” o “la voce del vescovo è la voce di Dio” sono frequenti nella cultura cattolica
Narcisismo, egoismo, clericalismo, personalità manipolativa, egocentrismo e altre caratteristiche sono presentate come attributi chiave.
. . .La cultura cattolica tende ad assolutizzare l’autorità clericale dei suoi rappresentanti e dei suoi insegnamenti. Identificare la voce dei rappresentanti ecclesiali con quella di Dio o l’insegnamento ordinario della Chiesa con quello di Dio è un abuso.
. . . dietro l’abuso spirituale non c’è un individuo perverso, ma un sistema abusante. Non ci sono solo individui abusanti, ma anche strutture, pratiche, istituzioni e insegnamenti abusanti.
In sintesi, l’abuso spirituale può essere causato sia da individui sia da sistemi abusanti.”
s.e.&.o
Illustrissima Sua Eminenza
non mi sembra tanto – in linea – con – il diritto canonico – e con – il pensiero – di papa Francesco
Riflessione:
Non sempre il fine giustifica il mezzo, anche il male che c’è nel mondo concorre alla realizzazione del bene, in quanto
l’ordine – viene – dal – di dentro.
www.liceomalpighi.it – Prof. Vanni Rovighi
Lo schema delle “vie” tomistiche per dimostrare l’esistenza di Dio.
“L’ordine morale non è quello del fare, ma dell’essere, il fine dell’attività morale non è in primo luogo quello di produrre qualche cosa di buono fuori di me, ma quello di attuare – pienamente – il – mio essere.
Il bene si farebbe anche senza di me, (Dio non ha bisogno di me), ma io rinnegherei la mia natura umana e fallirei come “uomo” (donna). se non volessi se non aderissi a quell’ ordine che si attualizzerebbe anche senza di me.
L’uomo non è il creatore del mondo esteriore, ma solo del mondo morale che è in lui. Ciò che dipende dalla mia libertà non è il corso del mondo ma il mio essere morale e questo non può dipendere che da me:
questo la – Provvidenza – l’ha lasciato – nelle mie mani
Naturalmente l’adesione all’ordine morale mi porterà a realizzare il bene anche fuori di me con tutte le mie energie, anche se – dobbiamo pur confessare – che – gli sforzi di tutti i buoni – non riescono a modificare il corso del mondo.
“Per lo più è il mondo vincitore” – per quanto attesta l’esperienza.
Le più alte figure morali sono quelle di “uomini” (donne) storicamente falliti: basta pensare a Socrate, a Gesù, considerato nel suo aspetto puramente umano.
L’unica garanzia che il nostro agire morale non solo – crea – la nostra realtà – che è – il suo fine primario – ma abbia anche quell’ efficacia che abbiamo il diritto e il dovere di sperare – è data proprio dall’esistenza di un ordine provvidenziale che, pur mediante i dolori e le sconfitte dei valori di questo mondo, porti ad un Regno del Bene, ad una piena attuazione dei valori morali.
E dobbiamo ben sentirla come opera nostra, questa instaurazione del Regno del Bene, anche se è vero che esso si compirebbe ugualmente senza di noi, quando l’abbiamo voluta con le nostre forze e ne abbiamo fatto lo scopo della nostra vita.”
Quello scritto nelle parentesi è mio
In quanto chi – tace acconsente – non essendo – consenziente a quanto – da Lei – detto – Sua Eminenza – ho parlato
Pur non aspettandomi niente da Lei, Illustrissima Sua Eminenza, La ringrazio per la disponibilità che potrebbe avere a leggermi e Le auguro un buono e fruttuoso cammino di quaresima.
Nella memoria liturgica di Santa Giacinta Marto, veggente di Fatima.
Fondazione San Rocco
Il Presidente
Maria Cristina Nava
Grandate, 20 febbraio 2024