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Care amiche e amici di Fondazione San Rocco,

dopo lunghe riflessioni e dopo avere messo a conoscenza la Spettabile Diocesi di Como riguardo alle mie decisioni mi permetto dare la seguente comunicazione:
per continuare – insieme a voi – l’opera che Dio ha cominciato – attraverso di me – inizio con questo brano tratto dagli atti degli apostoli.

La prima comunità cristiana (2,42-47)

Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e spezzando il pane nelle case, prendevano il cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che si erano salvati.

Quando tre anni fa circa ho iniziato il mio percorso insieme a mons. Ivan Salvadori la mia intenzione era quella di aprire un centro d’ascolto a Como, per sostenere i poveri della città, attraverso anche una piccola rendita che mi sarebbe entrata.

Ora dopo tre anni, il mio scopo è rimasto ancora questo, anche se la mia spiritualità è notevolmente cambiata, in quanto da un semplice centro d’ascolto vorrei riuscire a dare vita a una Casa Famiglia.

Di questo ho già parlato nei miei scritti precedenti ma ora vorrei spiegarvi come lo Spirito Santo mi ha indicato di realizzare questo progetto.

Per questo motivo dobbiamo tenere presente tre cose fondamentali:

Casa Parrocchiale San Rocco – Vita Consacrata
e Casa Famiglia.

Casa Parrocchiale sita in via Regina 50 a Como, nel caso verrà data in comodato a F.S.R., resterà di proprietà della Diocesi e diventerà, salvo – buon fine – Casa Madre di Fondazione San Rocco in quanto è partito tutto dalla Cappellina del Sacro Cuore.

Nei miei lunghi scritti a mons. Ivan Salvadori questa realtà era già ben chiare dentro di me sin dall’inizio in quanto l’avevo da subito definita “colombaia” di Gesù in quanto – vita consacrata.

Contemporaneamente a ciò sentivo l’esigenza di dare a F.S.R. una sua – autonomia – in senso temporale.

Poichè ho finalmente capito in queste ultime settimane che la Chiesa di Dio
siamo noi tutti – battezzati – e – popolo di Dio

vorrei dare la possibilità – a tutti quanti volessero aggregarsi a F.S.R. – di partecipare alle sue attività – in modo collaborante-attivo – e – non solo come – spettatori o benefattori.

Da questo momento infatti non parlerò più al singolare ma al plurale:

Dal vangelo di San Giovanni (15,15-16)

“nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me ma io ho scelto voi e vi ho costituito perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri.”

Preciso che in questi due brani che ho evidenziato ci sono due dei pilastri del carisma di F.S.R.

1 – La comunione dei beni e la comunione fraterna

intese come condivisione dei beni temporali – in senso umano – ma anche come – scambio dei doni e dell’amore gratuiti – in senso divino – come quello che – intercorre – fra le tre – Persone – della Santissima Trinità – perché infatti – fra di loro – non esiste – il mio e il tuo – ma – esiste “solo” il nostro.

2 – La differenza

che c’è – fra – essere servi – e – essere amici. La differenza che c’è – fra – Amore servile – e – Amore Filialela differenza – che c’è – fra – timore servile – e – timore filiale.

Ho riletto, ultimamente, quanto ho scritto alla Spettabile Diocesi di Como, in questi anni, e con grande commozione, lo dico sincerità, ho trovato espressi questi concetti e ho ri-vissuto, un pochino, dentro di me, quei momenti particolari della mia vita, che mi hanno indotta a proseguire lungo questa strada.

A “Dio piacendo” le vocazioni arriveranno

se i giovani vedranno in noi una testimonianza di vita da seguire. Resto del parere che – la Chiesa senza vita consacrata – non va da nessuna parte – ma in quanto – in forza del nostro battesimosiamo tutti consacrati al suo servizio – avrei pensato di costituire Fondazione San Rocco come:

Associazione – Onlus – no profit – riconosciuta

F.S.R – non vuole fare – assistenzialismo gratuito – contemporaneamente – non vuole – neanche – essere assistita passivamente

In quanto – il nostro fine – è quello di – ri-dare la dignitàa quanti l’hanno persa – F.S.R. vuole essere – esempio di – povertà – e – condivisione – il che significa – togliere qualcosa dal nostro – per ri-distribuirlo purificato.

Questo vale soprattutto per i volontari che sono già operativi in Como.

Il fatto che voi mettiate a disposizione il vostro tempo nel servizio ai fratelli è – buona cosa – ma – ottimo – sarebbe che abbiate a – togliere – qualcosa di vostro per – sostenere – il servizio che fate.

Questo per spezzare quella – catena di assistenzialismo – che si innesca e per la quale – il povero – chiede a voi – ma anche – voi – “a vostra volta” – chiedete – e così – all’infinito – si crea una – catena di mani tese – che vorrei spezzare, In quanto tutti facciamo fatica ad arrivare alla fine del mese.

Fondazione San Rocco – non è – mani tese

In breve vi spiego cosa significa – Associazione Onlus – riconosciuta

Riconosciuta

significa che ha piena capacità giuridica, piena autonomia patrimoniale, nel senso che i creditori possono rivalersi solo sul patrimonio dell’ente, senza intaccare il patrimonio del Presidente e dei membri del Consiglio Direttivo. Costituisce una garanzia per chi vuole entrare a farne parte.

Il procedimento per la costituzione prevede

-Atto Costitutivo e Statuto
saranno redatti sotto forma di atto pubblico con intervento del notaio
-procedimento di riconoscimento presso la Prefettura
per essere riconosciuta l’associazione deve avere un patrimonio minimo di euro 15.000.- chiamato fondo di riserva (vincolato) ed è posto a garanzia dei creditori dell’associazione.
-sono necessari almeno tre soci fondatori: Presidente, Vice-presidente, Segretario

Il Fondamento dell’Associazione sono:

l’Atto Costitutivo e lo Statuto che rappresentano un vero e proprio contratto con cui i soci si impegnano a proseguire uno scopo comune.
Dallo Statuto si deve evincere: il fine – l’organizzazione – il fondo comune – l’eguaglianza e la variabilità dei soci e la rappresentanza conferita al Presidente.

Gli Organi sono

L’Assemblea dei Soci che è l’organo sovrano dell’Associazione
I membri del Consiglio Direttivo che approva annualmente il bilancio
Il Consiglio Direttivo che decide e pianifica l’attività dell’Associazione nel corso dell’anno insieme al Presidente che presiede il Consiglio Direttivo e ne attua le decisioni.

Sede legale

L’Associazione può avere sede legale anche all’indirizzo di uno dei soci.

I Soci

Chiunque condivide gli scopi e le finalità dell’associazione ed è in grado di contribuire a realizzare i fini.

Divieto di distribuzione degli utili

È fatto divieto di distribuire utili e avanzi di gestione, riserve e capitale durante la vita dell’Associazione ed è fatto obbligo di impiegare gli utili o avanzi di gestione per la realizzazione delle attività istituzionali e a quelle direttamente connesse. Tale principio si riverbera anche nel caso di scioglimento dell’ente no-profit in quanto il capitale accumulato dovrà necessariamente essere devoluto ad un altro ente no-profit.

La Quota Associativa

È stabilita dal Consiglio Direttivo. Non c’è un minimo e un massimo fissato dalla legge e quindi l’ammontare è deciso liberamente. Questa somma è richiesta per la sola adesione o iscrizione a titolo di contribuzione del socio al fondo comune dell’Associazione.

Fine della procedura

L’Atto Costitutivo e lo Statuto devono essere registrati presso l’Agenzia delle Entrate dopo di che si otterrà il codice fiscale dell’ente.
Questo è il presupposto affinchè l’Associazione possa aprire un conto corrente presso un istituto di credito.

La domanda di riconoscimento della persona giuridica dovrà essere sottoscritta dal legale rappresentante l’ente, unico soggetto legittimato, a presentare tali richieste alla Prefettura e dovrà allegare:

-due copie, di cui una autentica, dell’atto costitutivo e dello statuto, redatti per atto pubblico.
-una relazione illustrativa sull’attività svolta e/o su quello che si intenderà svolgere, debitamente sottoscritta dal legale dell’ente.
-una relazione sulla situazione economico-finanziaria dell’Ente sottoscritta dal legale rappresentante dell’Ente e corredata da una perizia giurata qualora l’Ente sia in possesso di beni immobiliari, nonché da una certificazione bancaria comprovante l’esistenza, in capo all’Ente di un patrimonio mobiliare.
-elenco degli organi direttivi ed indicazione del numero dei soci
Tutto sottoscritto dal legale rappresentante.

Seguiranno alcuni controlli da parte della Prefettura.

L’iter intero ha una ampiezza temporale di evasione di centoventi giorni entro i quali il Prefetto deve restituire una risposta di accoglimento o di eventuale rigetto dell’Ente.

Riflessioni

In quanto no-profit l’associazione può svolgere attività a pagamento, (aprendo una partita IVA), assumere personale e può conseguire un utile (lucro oggettivo) ma non può dividere questo lucro fra i soci.

L’impegno in un’associazione è volontario; è però sbagliato pensare che gli amministratori o chi lavora per l’ente associativo non possono ricevere un contributo economico proporzionato alla loro attività e al volume economico dell’ente stesso.

Nell’Associazione i soci hanno stessi diritti e doveri indipendentemente dalla quota versata o dal loro contributo nell’ente.

Quest’ultimo – concetto – di democrazia e uguaglianza – è – fondamento e cardine – come già detto, del carisma di F.S.R, perché esprime di fatto il principio della comunione dei beni:

“il nostro”    che è             “un principio teologico”

Seconda Lettera ai Corinzi di San Paolo: Benefici che risulteranno dalla colletta (9,6-13)

“Tenete presente questo: chi semina scarsamente, scarsamente raccoglierà e chi semina con larghezza, con larghezza raccoglierà. Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza ne per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Infatti Dio ha potere di fare abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiamo compiere generosamente tutte le opere di bene. Sta scritto infatti:

 Ha largheggiato, ha dato ai poveri

La sua giustizia dura in eterno

Colui che da il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, darà e moltiplicherà anche la vostra semente e farà crescere i frutti della vostra giustizia.
A causa della bella prova di questo servizio essi (i poveri) ringrazieranno Dio per la vostra obbedienza e accettazione del vangelo di Cristo e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti.”

Questo bellissimo passo di San Paolo, serva a noi, affinchè coloro che sono nelle condizioni di donare di più, lo facciano senza insuperbirsi nei confronti di coloro che hanno meno possibilità.

Questo vale anche per i talenti che ciascuno ha e che vorrà mettere a disposizione per il bene comune, anche chi ha la salute non deve spadroneggiare nei confronti di chi è più fragile umiliandolo.

Ricordandoci che siamo tutti poveri e che abbiamo bisogno gli uni degli altri.

In quanto la – collaborazione con la Diocesi – è altrettanto – fondamentale – per la costituzione e la realizzazione di Fondazione San Rocco – essendo – Monsignor Ivan Salvadori – co-fondatore (in questo momento) non vedo nessun’altra persona – oltre a Lui “in grado” di affiancarmi.

Avrei pensato, data la grande stima che nutro nei Suoi confronti, in quanto teologo della Diocesi di Como, in conseguenza e per analogia – di chiedere umilmente – a Lui – se vuole accettare

L’incarico – di – Vice-Presidente della Onlus.

L’immobile che ospiterà Casa Famiglia lo troveremo in collaborazione con la Diocesi secondo accordi già intercorsi con la sottoscritta Maria Cristina Nava.

Nella speranza che quanto da me esposto abbia a trovare il parere favorevole, di quanti volessero associarsi, per la realizzazione di questo progetto,
porgo i miei più cordiali saluti e ringraziamenti a Sua Eminenza Monsignor Oscar Cantoni a Monsignor Ivan Salvadori e a tutti quanti mi leggerete.

Grandate, 13 luglio 2023

Salvo errori e omissioni

Segue a questo scritto: “La Cittadella” dove indico le finalità di Casa Famiglia.

Fondazione San Rocco

Il Presidente
Maria Cristina Nava