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Terza catechesi

La Famiglia
Immagine della Santissima Trinità

Le Cinque Vie dell’Angelico

Ciao e bentornati sul mio canale:

riprendo il discorso, ricollegandomi alla mia precedente catechesi, nella quale ho spiegato che Dio si è rivelato a Mosè attraverso la teofania del roveto ardente con il nome: Io Sono Colui che Sono (Es.3,14)

è evidente che
non è Mosè che cerca Dio – ma è Dio che si manifesta a Mosè in quanto l’iniziativa parte sempre dal Padre.

Infatti, nonostante la disobbedienza dei nostri progenitori e poi in seguito alle continue trasgressioni all’alleanza, stipulata con il popolo eletto, Dio non si stanca mai di richiamarci – a Sé – e come – Padre amorevole si prende cura di noi

Premessa

San Tommaso dice che la teo-logia è una – Scienza Pia – in quanto il teologo, deve essere animato da una fede viva e dalla preghiera, come del resto ogni buon cristiano.

Essendo oggi il 28 gennaio memoria liturgica di San Tommaso d’Aquino, in quanto considero questo avvenimento una grazia e non una coincidenza, mi affido alla sua intercessione.

Essendo anche quasi al termine del mio “percorso esistenziale” che ho vissuto nella fede, nella preghiera e con un grande Amore per Dio; sostenuta ed orientata dallo – Spirito d’Intelletto – che è stato riversato nel mio cuore e nella mia mente con abbondanza mi accingo ad esporre, con grande umiltà, il contenuto della “santa doctrina”.

Fede – Preghiera – Umiltà

sono infatti le caratteristiche del buon teo-logo.

Per questo motivo San Tommaso dice che

teo-logia e contemplazione – sono la medesima cosa.

Attraverso la preghiera e lo studio, infatti, riusciamo ad addentrarci sempre di più nel – Mistero di Dio- che è – il Primo Principio e contemporaneamente anche – il Fine Ultimo – per il quale siamo stati creati – e – quando – ri-torneremo in Patria – nella Casa del Padre – lo vedremo così come egli è, perché lo vedremo Faccia a Faccia e questa sarà

la nostra eterna beatitudine.

Dal vangelo di Giovanni 14,1-10

“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore se no, vi avrei mai detto: vado a prepararvi un posto? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto verrò di nuovo e vi prenderò con me perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado conoscete la via”.

Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?”

Gli disse Gesù: “Io sono la Via – la Verità-la Vita” e nessuno – viene al Padre – se non per mezzo di me. Se conoscete me conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo avete conosciuto e lo avete veduto . . .chi ha visto me ha visto il Padre . . .Credete a me: Io sono nel Padre e il Padre è in me.”

Voglio sottolineare il fatto che, Gesù indica – sé stesso – come unica via per andare al Padre – ma usa l’espressione – nessuno viene al Padre – se non per mezzo di me. Con questo vuole dirci: Venite da meentrate in me – perché – solo passando attraverso di me – come – attraverso una portapotrete andare – ovvero – ri-tornare al Padre

Solo passando attraverso – la Sua Umanità – Gesù Verbo Incarnato – ci condurrà al Padre. Qui è espresso anche il concetto di Gesù Buon Pastore

Gesù vuole anche affermare che – Lui e il Padresono una cosa sola e che – solo attraverso la fede – possiamo capire questa verità.

Giovedì 2 febbraio ricorrerà anche la

“Giornata della vita consacrata”

per questo motivo voglio dedicare questa catechesi

a tutte le donne consacrate sparse nel mondo e a mia nipote Martina.
Sempre in comunione.

Somma teologica – Quest. 2 “Su Dio: se Dio esista”

“Poiché dunque
lo scopo principale – di questa dottrina è quello – di insegnare:
la conoscenza di Dio – e – non solo – com’è in sé stesso

ma anche in quanto:
è principio – delle cose – e loro fine – e – in modo speciale – lo è – della creatura razionale

proponendoci l’esposizione di questa dottrina tratteremo:

in primo luogo
di Dio

in secondo luogo
del movimento della creatura razionale in Dio:
(Siracide 3,1) “Figli, ascoltatemi, sono vostro Padre; agite in modo da essere salvati”

in terzo luogo
di Cristo – che in quanto uomo – è per noi – via – per andare a Dio
Gv. 14,6 “Io sono la via, la verità e la vita”

L’indagine intorno a Dio – pertanto – sarà divisa in tre parti infatti indagheremo:

per primo
sulle cose – che riguardano – l’essenza divina

per secondo
sulle cose – che riguardano – la distinzione delle Persone

per terzo
sulle cose – che riguardano – il procedere delle creature da Lui”

Considerando il fatto, come ho spiegato la volta precedente, che San Tommaso non ha mai avuto alcun dubbio circa l’esistenza di Dio, perché infatti: nella sua fede, egli accoglie questa verità – dell’esistenza di Dio – come la – prima verità – che professa nel Credo: Credo in Dio – Padre Onnipotente

Tommaso vuole accertarsi – però – con la ragione – di ciò – in cui crede per fede – per elaborare in quanto teologo – il contenuto della rivelazione fatta da Dio a Mosè.

Somma Teologica – Quest. 2 art. 3 “Sembra che Dio non esista”:
San Tommaso (in contrario) dice:
“c’è che in (Es. 3,14) Dio in persona dice: Io sono Colui – che – è”

è proprio Dio stesso che indica la Sua esistenza pronunciando il Suo nome.

 A questo punto – dopo avere creduto per fede – nella Parola Rivelata – che Dio esiste sorge questo problema:

Come facciamo – a dimostrare con la ragione – cioè – umanamente – che Dio esiste?

“Anche se Dio è il primo nell’ordine degli esseri – non è però primo nell’ordine delle conoscenze umane – le quali – iniziano dai sensi mentre Dio è invisibile. È dunque – indispensabile dimostrare – che Dio esiste – pur essendo invisibile – partendo dagli effetti, dalle creature, dal mondo visibile e mostrando – come essi non siano spiegabili – se non rifacendosi a Dio.
Le prove dell’esistenza di Dio – devono essere perciò – a posteriori – cioè a partire dalla nostra esperienza del mondo e – non a priori – (che parte dal concetto di Dio per dedurne l’esistenza).” cf.1

San Tommaso guarda l’esperienza – è – “empirista”

“Tommaso elabora così “cinque vie” per giungere a dimostrare che Dio esiste.”

“La prima via è quella del moto ed è desunta da Aristotele. Essa parte dal principio – che tutto ciò che si muove – è mosso da altro. Ora – se tutto ciò che è mosso – a sua volta si muove – bisogna che anch’esso – sia mosso da un’altra cosa – e questa – da un’altra ancora. Ma – non è possibile andare all’infinito – altrimenti – non vi sarebbe un primo motore – e – neppure gli altri muoverebbero: infatti – il processo all’infinito – sposta solo il problema – e – non trova la ragione ultima del mutamento: in altri termini – il processo all’infinito – spiegherebbe la trasmissione del moto – ma – non la prima origine e causa del moto. È dunque – necessario – arrivare ad un primo motore – non mosso da altro e tutti riconoscono che esso è Dio. Da notare che questo moto – non è soltanto meccanico e fisico – ma metafisico: ovunque – c’è moto – e quindi – divenire che non basta a se stesso – c’è imperfezione – nel senso che c’è un’imperfezione – che non ha in se – la sua spiegazione – e che – richiede quindi l’intervento di Dio.” cf.2

“Le prove dell’esistenza di Dio:”   Tommaso

“Parlando delle “cinque vie” articola il discorso, facendo una premessa:
da nessuna di queste prove noi arriviamo a comprendere – la natura – l’Essere di Dio – ma solo – l’Esistenza di Dio poiché l’Essere di Dio – trascende le categorie – della nostra mente.

In Tommaso c’è – una chiara convergenza – fra essere e benetutto ciò che esiste è buono poiché vi è un ordine – una legge: la creazione è – un costante atto divino – e – Dio è Energia e Amore – in tutto ciò che noi facciamo.” cf.3

Riguardo alla Sua Essenza: come – Egli è – o piuttosto come – Egli non è:

Se non lo vediamo – oppure – se lo contempliamo – solo con l’occhio della fede
come possiamo sapere – come Egli – sia – nella Sua Essenza?

In quanto possiamo avere – solo un’idea – di come Egli è – Dio – resta per noi – uno Sconosciuto – in quanto – di Lui – conosciamo solo – ciò che non è
(Questo concetto della conoscenza di Dio, alla quale perveniamo, attraverso la Sua non conoscenza, lo spiegherò successivamente).

“Queste vie, desunte dalla tradizione filosofica, a lui precedente, che Tommaso rilegge in chiave cristiana, non dimostrano l’esistenza di Dio ma sono degli itinerari concettuali che la mente umana può seguire facendo leva anche sull’intuizione e sul senso comune” cf.4

Somma Teologica

“Questione 2 – Art.3 Quanto al terzo si procede così. Sembra che Dio non esista:

Rispondo: “va detto che si può dimostrare che Dio esiste con cinque vie”

“La Prima e la più evidente è quella che si desume dall’atto del movimento.

Infatti è certo e – si desume dal senso – che – in questo mondoalcune cose si muovono. Ora – tutto ciò che si muove – è mosso da un altro. Infatti – niente si muove – se non in quanto – è – in potenza – a ciò – verso cui si muove. Inoltre una cosa muove – nella misura in cuiè in atto. Infatti, muovere – non è – che portare qualcosa – dalla potenza all’atto. Ora, una cosa – non può portarsi – dalla potenza all’atto – se non – per opera – di qualche ente – che (è già in atto) come il caldo in atto: ad esempio:

“Il fuoco fa si che la legna, che è calda in potenza (in quanto di per sé è fredda, ma verrà scaldata dal fuoco) diventi calda in atto – attraverso il fuoco – che la muove e la altera.”

Ora, non è possibile – che una stessa cosa – sia in atto e in potenza – sotto lo stesso rapporto – ma solo – secondi rapporti diversi:

Infatti, ciò che – è – caldo in atto (tale perché la legna: che era fredda – è diventata calda – per mezzo del fuoco) non può essere nello stesso tempo caldo in potenza – ma è – nello stesso tempo freddo in potenza.

Dunque, è impossibile, che una cosa – sia movente e mossa – sotto lo stesso rapporto – e – nello stesso modo, oppure che muova sé stessa.

Dunque, tutto – ciò che si muove – è necessario – che sia mosso da un altro. Allora, se ciò – da cui una cosa è mossa – è mosso a sua volta – da un altro – occorre che – anch’esso sia mosso – da un altro – e – quest’altro – da un altro. Ma – in questi casi – non bisogna procedere all’infinito – poiché così – non ci sarebbe – un primo motore – e – per conseguenza – neppure qualche altro motore – poiché i motori secondi muovono – in quanto sono mossi dal primo – come – il bastone non muove – se non – in quanto mosso dalla mano.

Dunque bisogna necessariamente pervenire a un primo motore, che non sia mosso da nessun altro. E tutti intendono che questo Primo Motore è Dio.”

“Con questa frase, con la quale Tommaso, conclude la spiegazione delle cinque vie: “E tutti chiamano questo Essere Dio” significa che per Tommaso Dio non è l’immagine biblica-teologica di un Dio personale, ma l’Immagine di un Ente filosofico: un primo motore – una causa prima – un fondamento necessario – un’intelligenza ordinatrice.

E sta proprio ad indicare che – l’ultimo passaggio – chiamare Dio questo Ente filosofico – è un’operazione successivanon dimostrativa – legata al giudizio pratico di ciascuno” cf.5

La seconda via parte dalla causa efficiente

“Infatti riscontriamo – in queste cose sensibili – che c’è – un ordine di cause efficiente – e – tuttavia – non si riscontra e neppure è possibile – che una cosa – sia causa efficiente – di sé stessa, poiché in tal caso – esisterebbe prima di sé stessa – cosa che non è possibile.

Infatti – in tutte le cause efficienti ordinate – la prima è causa dell’intermedia – e – l’intermedia è causa dell’ultima – siano le intermedie molte o una sola. Ora – rimossa la causa – è – rimosso l’effetto.

Dunque, se nelle cause efficienti – non ci fosse un primo – non ci sarebbe l’ultimo – e – neppure l’intermedio.

Ma se nelle cause efficienti – si procedesse all’infinito – non ci sarebbe – una prima causa efficiente – e così – non ci sarebbero – ne l’ultimo effetto – né le cause efficienti intermedie – e ciò è – evidentemente falso.”

Dunque, è necessario porre una prima causa efficiente, che tutti chiamano Dio”
(Causa efficiente è ciò che dà origine a qualcos’altro).

“Rispetto alla prima via – qui si tratta della causa efficiente – da cui dipende non solo – il divenire – ma l’essere delle cose. Dio dunque non è solo – il principio del divenire – ma anche – la causa – l’origine suprema – di tutto ciò che esiste – che è da Lui conservato e creato pur senza eliminare l’azione delle cause secondarie” cf.6

La terza via è desunta dal possibile e dal necessario ed è la seguente

“Infatti, riscontriamo – che alcune cose – possono essere e non essere – giacché si osserva – che alcune – si generano e si corrompano e (finiscano). Per conseguenza è possibile che siano e non siano. . . Dunque non tutti gli enti sono possibili, ma occorre – che ci sia realmente un ente necessario. Inoltre – ogni necessario – o riceve – la causa dalla sua necessità – da altro – oppure no.

Ma, non è possibile procedere all’infinito – nei necessari – che ricevono la causa – dalla loro necessità, come neppure nelle cause efficienti come si è dimostrato.

Dunque, bisogna – necessariamente – ammettere un ente – che sia necessario per sé – non riceva – la causa della sua necessità – da altri – ma sia causa di necessità – per altri.

E tutti chiamano questo essere Dio”

La quarta via si desume dai gradi che si riscontrano nelle cose.

“Infatti, nelle cose – si riscontra che qualcosa – è – più e meno – buono-vero-nobile e così dicasi di altre cose del genere. Ora il più e il meno – si predicano – di cose diverse – nella misura – in cui si avvicinano in modo diverso – a qualcosa – che è massimo – com’è più caldo – ciò che – si avvicina massimamente – di più – al massimamente caldo. Allora – c’è qualcosa che è vero – ottimo e nobile al massimo – e – per conseguenza – ente al massimo. Infatti, le cose – che sono – massimamente veresono massimamente enti. Ora, ciò che è detto – essere massimamente tale in un genere – è causa – di tutte le cose – che sono in quel genere – come il fuoco – che è massimamente caldo – è causa – di tutti i corpi caldi,

Dunque, esiste un essere che è per tutti gli enti causa dell’essere, della bontà e di qualsiasi perfezione e quest’essere lo chiamiamo Dio.”

“Questa via consiste nei gradi di perfezione: nel mondo c’è – una scala gerarchica dei vari gradi – ciò implica – che vi sia un essere – che avendo tutti questi gradi – possa essere la loro causa: Dio” cf 7

“In altri termini – se gli enti- hanno gradi diversi di perfezione – vuol dire – che questi gradi – non derivano – dalle loro essenze – e dunque significa – che li hanno ricevuti da un essere – che dà senza riceverecf.8

Questo – dare di Dio – senza ricevere – è – l’Amore

La quinta via si desume dal governo delle cose

“Infatti, vediamo, che – alcune cose – prive di conoscenza – cioè – i corpi naturali – operano – per un fine. Ciò – appare – dal fatto che sempre – o – per lo più – operano nello stesso modo – per conseguire l’ottimo. Da ciò – si rende evidente – che pervengono al fine – non per caso – ma per una tendenza. Ora, le cose prive di conoscenza – tendono verso il fine – solo perché – vi sono dirette – da qualcuno che ha – conoscenza e intelligenza – come la freccia è diretta dall’arciere.

Dunque c’è qualche essere sommamente intelligente, dal quale sono ordinate al fine tutte le cose naturali e quest’essere lo chiamiamo Dio”

“Finalismo: nel mondo ogni cosa è orientata verso un fine ma ci deve essere un’intelligenza ordinatrice (Dio) nella quale ogni cosa ha il suo fine ultimo e Dio è il Fine ultimo.” cf.8

In conclusione possiamo dire che l’impresa di Tommaso per stabilire l’esistenza di Dio

non è pretesa ma confessione di umiltà: in quanto l’uomo non dispone di Dio;

J. Maritain l’aveva molto bene espresso in passato: “Dimostrare l’esistenza di Dio non significa sottomettere Dio alla nostra presa, ne definirlo, ne impadronirsene , ne maneggiare nient’altro che idee malferme in confronto a tanto oggetto, ne giudicare altro che la nostra radicale dipendenza. Il procedimento con cui la ragione dimostra che Dio è, mette la stessa ragione in un atteggiamento di adorazione naturale e di ammirazione intelligente.” cf.9

Tommaso, per tanto, dopo avere stabilito che – Dio è – si – riconosce incapace – di giungere a possedere di Lui una conoscenza completa e senza sosta egli ripete lo stesso ritornello:

di Dio – noi non possiamo sapere – ciò che Egli èquid est – ma soltanto – ciò che Egli non è – quid non est.

Se Tommaso non rinuncia alla sua impresa – dovrà tuttavia confessare che Dio – è conosciuto – come sconosciuto. E se osa dirne qualcosa lo dirà “come balbettando”

Sentenze I d.22, q1, a.1:
“Come noi conosciamo Dio imperfettamente, così anche lo chiamiamo imperfettamente, quasi balbettando (quasi balbutiendo), dice San Gregorio. Egli solo in effetti si comprende perfettamente (da sé stesso) ed è per questo che è anche il solo a potersi chiamare perfettamente, (è solo lui che può chiamare sé stesso) se mi è permesso parlare in questo modo, generando il Verbo che gli è consostanziale”.

Le cinque prove esposte da Tommaso – e si potrebbe anche dire la prova – perché in realtà – esse considerate insieme – sono un’unica via – partono da cinque aspetti essenziali della realtà – quale cade sotto la nostra immediata conoscenza – aspetti – che non è possibile intendere perfettamente – senza affermare l’esistenza di un principio supremo – che è – ragione prima e fondamento – della loro esistenza

Le cose infatti che cadono, sotto la nostra immediata percezione – oggetto quindi della nostra esperienza – sia esterna che interna – e che – l’intelletto tende a penetrare – nella loro natura reale e profonda – e – nella loro ragione d’essere, presentano – considerate sotto i vari aspetti – e – di fronte alle diverse casualità queste caratteristiche:

  1. Non sono immutabili, ma sono soggette a mutamento, tendono cioè al possesso della loro naturale perfezione acquistandola progressivamente: sono potenza che passa all’atto
  2. Agiscono e reagiscono le une sulle altre, producendosi e conservandosi nell’essere une e le altre.
  3. Non esistono necessariamente, ma possono essere e non essere. Infatti cominciano ad esistere e cessano di esistere
  4. Sono multiformi e realizzano gradi diversi di perfezione, una maggiore dell’altra
  5. Infine nel loro mutarsi e nei loro agire non operano a caso, ma tendono a fini determinati realizzando in sé e nell’universo l’ordine e la bellezza

Così il mondo – che è – imperfetta ma reale – manifestazione di Dio – ci porta ad affermar-Lo:

Come Primo Motore – nel pieno-immutabile possesso – di tutta la sua perfezione: senza potenzialità – senza dover in alcun modo tendere ad essa – e – senza la possibilità di perderla.

Come Prima causa efficiente (ciò che da origine a qualcos’altro) in-causata – sorreggente – con la sua efficienza infinita tutte le efficienze, fonte eminente di tutte le attività.

Ci porta ad afferma-r-Lo – semplicissimo e totalmente omogeneo in sé – senza distinzioni intrinseche – di essenza e di esistenza – di attributi e di natura: pura essenza – pura esistenza – atto puro – necessariamente esistente.

Causa esemplare unica – suprema – sommamente perfetta – di tutte le cose – la cui – maggiore e minore perfezione consiste – nel grado di maggiore – o – minore vicinanza – che hanno con Lui.

Come Finalizzatore di tutte le cose, Intelligenza Suprema – e – Suprema Bontà – che tutto intende nella comprensione di sé stesso e – tutto ordina – e attrae a sé.

Da quanto abbiamo detto si può comprendere perché le prove dell’esistenza di Dio per Tommaso non possono essere a priori, partendo da un’idea ed analizzandone il contenuto – ma solo a posteriori – partendo da effetti realmente esistenti.

In questo del resto Tommaso è perfettamente in armonia con la Scrittura:

Sap 13,1
” Davvero vani per natura tutti gli uomini che vivevano nell’ignoranza di Dio e dai beni visibili non furono capaci di riconoscere colui che è, né esaminandone le opere riconobbero l’artefice.”

Rom 1,20
“Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute. Essi dunque non hanno nessun motivo di scusa.”

E con la definizione della Chiesa (Concilio Vaticano I – denz.1785)
“Il secondo capitolo, sulla Rivelazione, è di estrema importanza. In esso il Concilio definisce infatti, la possibilità per la ragione umana di arrivare alla certezza dell’esistenza del vero Dio: “La Santa Chiesa ritiene e insegna che con la luce naturale della ragione umana, Dio, principio e fine di tutte le cose, può essere conosciuto con certezza per mezzo delle cose create: perché “le perfezioni invisibili di Dio, fin dalla creazione del mondo, sono rese visibili all’intelligenza degli uomini, per mezzo degli esseri che Egli stesso ha fatti (Rom.1,20), e che tuttavia è piaciuto a Dio, per la sua sapienza, e la sua bontà, di rivelare se stesso e gli eterni decreti della sua volontà, per un’altra via soprannaturale”

Denz. 1785
Il giuramento antimodernista prescritto da Papa Pio X col Motu proprio Sacrorum antistitum, del 1°settembre 1910 ha spiegato e precisato questa definizione affermando “Ammetto fermamente e ritengo (firmiter amplector et recipio) tutte le verità che sono state definite, confermate e dichiarate dal magistero infallibile della Chiesa, e in particolare i punti della dottrina che si oppongono direttamente agli errori del nostro tempo. E anzitutto professo (profiteor) che Dio, principio e fine di tutte le cose può essere conosciuto in modo certo e anche dimostrato con la luce naturale della ragione per mezzo degli esseri ch’egli ha fatti, cioè per mezzo delle opere visibili della creazione, come la causa è conosciuta e si dimostra dai suoi effetti.”

Sono gli effetti di Dio – ossia – le cose sensibili (della realtà) – soggette – alla nostra esperienza, che – illuminano per noi – all’esistenza di Dio – e – gli attributi conoscibili di lui.

Questa catechesi e le successive sulla conoscenza di Dio mi permettono di esporre il mio carisma con più chiarezza:

“La contemplazione che ha il primato sull’azione”
L’Essere e non il Fare

Note:

cf.1 – Diego Fusaro “Le prove dell’esistenza di Dio o le cinque vie”

cf.2 – Diego Fusaro. “Le prove dell’esistenza di Dio o le cinque vie”

cf.3 – Unisalento-Filosofia “Le prove dell’esistenza di Dio”

cf.4 – Documentazione interdisciplinare di scienza e fede. “Le cinque vie per mostrare l’esistenza di Dio”

cf.5 – Documentazione interdisciplinare di scienza e fede. “Le cinque vie per mostrare l’esistenza di Dio”

cf.6 – Diego Fusaro. “Le prove dell’esistenza di Dio o le cinque vie”

cf.7 – Skuola.net “San Tommaso – cinque vie

cf.8 – Diego Fusaro. “Le prove dell’esistenza di Dio o le cinque vie”

cf.9 – J.Maritain  “Les degrés du savoir” in Ouvres complètes (ed. it. P 267)

Dal “prologo” alla” Somma teologica” di San Tommaso d’Aquino scritto e curato da P.Tito Centi e P.Angelo Z.Belloni del convento di San Domenico di Fiesole

Continua . . .