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Seconda catechesi

La Famiglia
Immagine della Santissima Trinità

Io sono Colui che Sono

Ciao e bentornati sul mio canale:

in questa catechesi vorrei cercare di dimostrare l’esistenza di Dio attraverso lo studio della Somma teologica di San Tommaso d’Acquino.
È solo un tentativo: ma ci provo.

Chissà quante volte nella nostra vita ci siamo posti questa domanda:

Dio esiste? Sarà vero che esiste – oppure si tratta di – un’invenzione inventata – per tenerci buoni?
Personalmente durante il mio cammino formativo – soprattutto – nei momenti difficili delle scelte

ho avuto questo dubbio di fede.

Esso arrivava così – all’improvviso – tant’è vero, che qualche volta mi sono anche spaventata, perché l’esperienza di Dio nella mia vita, in quel momento, mi sembrava un’illusione. Questo dubbio di fede penso, che prima o poi, lo proviamo tutti, perché esso – rappresenta – la più grande tentazione del demonio il quale non vuole che noi progrediamo – nella via dello Spirito e – ad ogni passaggio un po’ faticoso del nostro cammino – insinua nella nostra mente questo dubbio e ci dice: “sei una povera illusa nel credere in Gesù perché in realtà ti stanno prendendo in giro.” È come se – dentro di noi – ci fossero – due voci – che si contendono – il primato sull’anima. Posso assicurarvi che questa tentazione l’ho avuta, il giorno prima del mio ingresso in un monastero di clausura, dove mi sono recata per fare un’esperienza ed è stata agghiacciante. È stata l’esperienza del nulla che si è scagliato contro di me e in quel momento ho capito cos’è la profondità di Satana:

“Dio non esiste, Dio è un inganno, stai buttando via la tua vita con questo Poveraccio che è morto sulla Croce. Rifletti! perché sei ancora in tempo a tornare indietro.”

In realtà il demonio è geloso, soprattutto, nei confronti delle persone che si ritirano nel silenzio della contemplazione per dedicarsi alla preghiera e pertanto cerca di ostacolare il loro cammino di conversione e di unione con Dio. In quanto esso ha perso la Sua amicizia, vuole trascinare anche noi in questo suo crudele destino di morte spirituale, nel quale è precipitato lui stesso: ovvero l’inferno.

Nel cammino spirituale dobbiamo essere ben equipaggiati perché quando Dio ci concede una grazia e una consolazione poi dopo arriva di riflesso la tentazione: Grazia e Tentazione camminano insieme.

S. Tommaso dice che la prima domanda che dobbiamo porci all’inizio del nostro cammino spirituale è proprio questa:

Dio esiste?

La seconda domanda poi è la seguente:

come egli sia o come non sia;

infine bisognerà interrogarsi sulla sua operazione:

la sua scienza – la sua volontà – la sua potenza

È quindi necessario innanzitutto stabilire l’Esistenza di Dio.

Cosa già affermata con parole molto forti nella Somma contro i Gentili:
Alla considerazione di – Dio in sé stesso – si deve premettere – come fondamento necessario – di tutta l’opera, la dimostrazione della sua esistenzaIn mancanza di questa – infatti – ogni – ricerca intorno alle cose di Dio – non reggerebbe.”

Non bisogna tuttavia sbagliarsi sul perché di questo modo di procedere di San Tommaso d’Aquino perché non si tratta – di simulare – l’inesistenza di Dio – e – di fare come se – Dio non esistesse: S. Tommaso

non ha alcun dubbio circa l’esistenza di Dio.

Infatti – nella sua fede – egli accoglie – questa verità – dell’esistenza di Dio – come – la prima verità –  che professa nel Credo:

“Credo in Dio Padre onnipotente”

La verità – sull’esistenza di Dio – la possiamo cogliere attraverso il – ragionamento – e attraverso – la fede nella Parola rivelata.

Somma teologica: Questione 1 – Art. 1

Rispondo:

“Va detto che,

per l’umana salvezza,

fu necessario che ci fosse – una dottrina secondo la rivelazione divina – oltre – alle discipline filosofiche, nelle quali l’indagine è compiuta per mezzo della ragione umana.

In primo luogo
perché – l’uomo è ordinato a Dio come a un certo fine – che eccede la comprensione della ragione.

Ora gli uomini
devono – prima conoscere il fine – se vogliono – ordinare le loro intenzioni – e – le loro azioni – verso il fine.

Per questo: per la salvezza dell’uomo,

fu necessario
che alcune cose, le quali – eccedono la ragione umana – gli – diventassero note – tramite la rivelazione divina.

Fu necessario
che l’uomo – fosse istruito dalla rivelazione divina – anche in quelle cose – che – si possono investigare – per mezzo della ragione umana.

Infatti
la verità di Dio giungerebbe agli uomini dopo che è stata investigata con la ragione (da pochi) e mescolata con molti errori.

Allora
affinché – la salvezza – giungesse agli uomini in maniera – più conveniente – e più certa

fu necessario
che essi furono istruiti nelle cose divine per mezzo di una rivelazione divina.

Dunque fu necessario
che oltre alle discipline filosofiche, ci fosse – una sacra dottrina – per rivelazione.”

La fede è questa:
credere – per comprendere – ciò che – altrimenti capiremmo – solo – in modo limitato e erroneo – e non – alla portata di tutti – solo attraverso la ragione.”

Tutti infatti – attraverso la fede – riusciamo ad arrivare a conoscere Dio – anche chi ha qualche limite fisico-psicologico-intellettuale. Dio infatti, si manifesta a tutti, senza fare alcuna preferenza di persona, perché vuole che tutti arriviamo – a – conoscere – la verità tutta intera.

In quanto esiste – solo una verità-  e Dio è la fonte di questa verità – essendo Lui infinitamente buono e perfetto – non può – ingannarci – con due verità e – indicarci – per arrivare a Lui – due vie che si – contraddicono – fra di loro.

Fra ragione e fede – non c’è – contraddizione – ma – relazione e dipendenza.
Fra ragione e fede – c’è – una relazione di dipendenza – nel senso che – la ragione – è – ancella della fede.

Noi capiamo – attraverso la ragione
ma – ad un certo punto – la fede – supera – la ragione:
per questo – la ragione – è serva della fede. Anche se – la fede – non annulla la ragione.

San Anselmo
che afferma – il primato – della ragione sulla fede dice:

“Io non cerco di – comprendere per credere – ma – io credo per comprendere.”

Bisogna comprendere per credere ma bisogna credere per comprendere.

In San Anselmo
al – punto di partenza – vi sono – la fede e la sua oscurità – l’intelligenza e il suo desiderio di sapere – insieme alla certezza – che l’una – incitando l’altra – saranno beneficiarie – entrambe – del successo – della loro comune impresa.

Questo – legame – fra ragione e fede – compare nella dottrina di S.Tommaso nelle – espressioni correnti di:
“intelligenza della fede” (intellectus fidei) oppure “la fede cerca di capire” (fides quaerens intellectum)

Con la ragione – noi capiamo – in modo diretto – quello che riusciamo a cogliere della realtà che ci circonda, con il nostro sforzo umano, e nell’oggi, questo avviene, in modo sempre più ampio, attraverso l’uso di tecnologie sempre più avanzate. Essa permette all’uomo di fare, sempre più, nuove scoperte riguardo alla realtà del creato (in terra-in cielo e sotto terra).

la fede, che è un dono gratuito,

risiede in noi sotto forma di habitus (abilità-capacità inventiva) ad esempio – l’abilità di un artigiano – è un habitus quindi è uno – speciale perfezionamento – che sopra-eleva – la nostra naturale – capacità di conoscere – all’altezza – di un oggetto nuovo:

Dio stesso e il mondo delle cose divine.

 La fede è una grazia perché “non di tutti è la fede” Somma Teologica Questione 1 – Art. 2 (2 Tes.3,2)

La fede è – una forma precisa – che – la grazia assume – nella nostra intelligenza
ed è anch’essa (la fede)
una partecipazione alla vita di Dio – e – realizza – tra lui e noiuna specie di connaturalitàche ci rende capaci – di cogliere spontaneamente – ciò che – risale a Dio.

Che Cristo è risorto noi lo capiamo attraverso la fede.
Quello che chiamiamo

il sensus fidei

è quella – capacità di comprendere – per così dire – naturalmente – le cose soprannaturali – come un amico capisce – l’amico – senza discorsi

La fede è in qualche modo l’habitus

che ci permette di cogliere – le verità prime intorno a Dio – che sono per S. Tommaso – due assolutamente prime:

Dio esiste e ci ama

che troviamo esposta nel versetto della lettera agli Ebrei 11,6:
Colui – che si accosta a Diodeve credere – che egli esiste — e che – egli ricompensa – coloro che lo cercano.”

Questi due credibilia (che sono credibili-che sono veri) contengono in sintesi tutto l’insieme della fede:

1 – Credere che Dio esiste: perché “Nell’essere di Dio” è incluso tutto ciò che noi crediamo esistere eternamente di Lui ed è la nostra beatitudine.

2 – Ci ama – perché “nella fede nella sua provvidenza” è incluso tutto ciò che egli ha compiuto nel tempo per la nostra salvezza: è la via alla beatitudine.

Si riconosce qui senza esitazione – l’antica distinzione – dei Padri greci – tra
la theologia: che si interessa direttamente della vita intima di Dio e la Trinità delle persone  e
l’oikonomia: ciò che Dio ha compiuto nel tempo per la nostra salvezza.

Qui è già espresso – in modo embrionale – il concetto – dell’uscita della creazione dal suo principio creante – il tendere e l’andare verso la sua fine – che è anche – il suo ritorno all’eterno principio creante. È il concetto dell’uscita e del ritorno – e – viceversa.

Gv17,3
“Questa è la vita eterna – che conoscano te – l’unico vero Dio”
è il fine per il quale siamo stati creati
“E Colui che hai mandato Gesù Cristo”
è il mezzo per arrivare a questo fine che è la nostra salvezza.

Tutta la storia del popolo di Israele – fino alla nascita di Gesù – che rappresenta la pienezza dei tempi e che conduce alla salvezza, (io sono la via la verità e la vita) è – una grande pedagogia – attraverso la quale Dio stesso – si rivela ai profeti.

A Mosè, attraverso – la teofania – del roveto ardente – dell’antico testamento, Dio si è presentato con il nome:
“Io sono Colui che sono” Es. 3,14

Dalle note della Bibbia di Gerusalemme Esodo 3,13-15
“Yahwe”
“che secondo le regole della sintassi ebraica corrisponde a
“Io sono Colui che 蔓Io sono l’Esistente”.

Dio è il solo veramente esistente. Ciò significa che è – trascendente – e resta – un mistero per l’uomo, e che, anche agisce – nella storia del Suo popolo – e – nella storia umana – che – dirige – verso un fine.”

Per questa catechesi ho attinto dal “prologo” alla ”Somma Teologica” di San Tommaso d’Aquino scritto e curato da P Tito Centi e P. Angelo Z.Belloni del Convento di San Domenico di Fiesole

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